Esteri
Venezuela. Nicolas Maduro minaccia il carcere per Juan Guaidò
E il dittatore cerca nuovi appoggi internazionali, dopo Russia e Cina
‘Il giorno che il Tribunale darà mandato di mettere in carcere Juan Guaidò per tutti i crimini che ha commesso non è ancora arrivato. ma sicuramente arriverà’ così Nicolas Maduro ha minacciato pubblicamente il Presidente ad interim Guaidò, riconosciuto nella carica da oltre 60 Paesi a livello internazionale e difeso apertamente e a più riprese dagli Stati Uniti.
La guerra dichiarata di Maduro contro il suo oppositore continua e si alza il livello.
Maduro minaccia il carcere per Guaidò
Dopo aver incarcerato lo zio di Guaidò e detenuto alcuni membri del suo staff, dopo avergli congelato i conti e dopo averlo accusato di qualcosa di molto simile all’evasione fiscale, la giustizia venezuelana, guidata dal dittatore, sta valutando provvedimenti anche contro alcuni membri del corpo diplomatico accreditati nel Paese.
Provvedimenti per quegli ambasciatori in particolare che più o meno apertamente si ‘sono schierati’ con Guaidò. Come, ad esempio, l’Ambasciatore francese, Romain Nadal, che, secondo Maduro’ si è immischiato una volta di troppo in affari interni del Paese’.
’ Stiamo valutando-continua Maduro- il problema caso per caso e vediamo cosa potrebbe succedere se i nostri ambasciatori promuovessero mobilitazioni contro i Governi che li ospitano’.
E le indagini di Maduro non si fermano qui. Pure la compagnia aerea portoghese TAP sarebbe sotto osservazione per le gravi ‘irregolarità’ che avrebbe commesso nel portare Guaidò a Caracas.
Maduro minaccia il carcere per Guaidò
In parallelo alla guerra politica giustizialista Nicolas Maduro sta continuando a cercare alleanze a livello internazionale. Dopo aver ricevuto il Ministro degli Esteri russo, Lavrov, che gli ha confermato il sostegno incondizionato del suo Paese anche con accordi commerciali e apparecchiature militari, Maduro ha chiesto a Spagna, Messico,Panama e Unione Europea di creare un gruppo di appoggio che permetta di facilitare il dialogo prima delle elezioni parlamentari di quest’anno e che aiuti il regime contro le sanzioni americane.
Un Gruppo che dovrebbe di fatto dare consenso all’Assemblea parallela guidata da un uomo di Maduro autoproclamatosi Presidente, Luis Parra.
Questo gruppo di dialogo dovrebbe sostenere Maduro a portare di fronte al Tribunale Penale Internazionale tutte le azioni contro il Governo messe in atto dagli Stati Uniti.
Il Gruppo di dialogo dovrebbe inoltre, secondo il dittatore Venezuelano ‘ difendere di fronte agli Stati Uniti il diritto del Venezuela di portare avanti il suo sviluppo economico senza misure coercitive, persecutorie e criminali’.
Parole di fuoco pure contro il Presidente del Brasile Bolsonaro che, secondo Maduro, ‘starebbe dietro le minacce terroristiche contro il Venezuela e che sta cercando pretesti per un conflitto armato con il Paese’.
E infine il dittatore venezuelano si lancia in un accorato grido di dolore rivolto al mondo intero dicendo che’ in Venezuela si sta combattendo una delle guerre più importanti del 21esimo secolo e per questo adesso vogliamo dire la verità per richiedere giustizia di fronte al mondo. Quando, ad esempio, siamo riusciti a trovare un grosso lotto di medicine in alcuni paesi ed eravamo pronti per portarli arriva un ordine che blocca tutto e i nostri pazienti rimangono senza medicamenti’.
Peccato che Nicolas Maduro si sia dimenticato di quando non poco tempo fa fece bloccare dall’esercito al confine con la Colombia diversi camion di aiuti umanitari.
Ma questa forse per lui è un’altra storia, da non considerare o dimenticare.