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Acque minerali Nestlé, il giallo si infittisce. Il rapporto choc

Nel mirino i marchi Vittel, Contrex, Hépar e Perrier

Lo scandalo delle acque minerali Nestlé non è finito. Anzi. A sei mesi dall’esplosione del caso sui media francesi, un’inchiesta di Mediapart - rilanciata dal sito internet ilfattoalimentare.it - ha scoperto che la multinazionale avrebbe iniziato a vendere acqua minerale filtrata illegalmente più di 15 anni fa. Secondo un rapporto della Direzione generale francese della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF), Nestlé Waters avrebbe acquistato apparecchiature UV già nel 2005 e utilizzato filtri non autorizzati almeno dal 2010. Le dimensioni della frode sono enormi: si parla di 3 miliardi di euro.

Il caso è scoppiato alla fine di gennaio, quando un reportage realizzato dal quotidiano Le Monde e dal team investigativo di Radio France ha svelato le frodi che avrebbero commesso importanti produttori di acque minerali, tra cui Nestlé Waters e Sources Alma. Le aziende avrebbero, infatti, sottoposto a trattamenti di filtrazione non consentita l’acqua prelevata dalle fonti perché contaminata da “feci, Escherichia coli, PFAS e pesticidi”, scrive l’associazione dei consumatori Foodwatch. Le acque minerali, secondo la normativa francese, possono essere trattate con filtri solo in via eccezionale.

Sebbene lo scandalo sia scoppiato nel 2024, i primi problemi sono venuti alla luce già nel 2019, quando i controlli in alcune fonti del gruppo Alma, terzo imbottigliatore francese dopo Nestlé e Danone, hanno evidenziato la presenza di anidride carbonica aggiunta non segnalata in etichetta, trattamenti con sostanze non autorizzate, microfiltrazione inferiore al livello consentito e anche acque etichettate come minerali o di sorgente miscelate con acqua di rubinetto.

In questa fase - si legge sempre sul sito internet ilfattoalimentare.it - è emerso anche che gran parte delle aziende imbottigliatrici del settore acquista filtri non autorizzati, tra cui Nestlé Waters, con i suoi marchi Vittel, Contrex, Hépar e Perrier. A questo punto, l’azienda ha confermato alle autorità di aver utilizzato trattamenti vietati su alcune acque minerali per preservare la loro sicurezza alimentare. Le analisi, tuttavia, hanno mostrato che alcune sorgenti sarebbero contaminate da pesticidi o da batteri Escherichia coli e l’unico modo per utilizzarne le acque è quello di depurarle.

Nel febbraio 2023, il governo francese avrebbe accettato di negoziare con l’azienda, senza informare né la magistratura né le autorità europee e indicando alle prefetture di autorizzare pratiche di microfiltrazione al di sotto degli 0,8 µm, il limite consentito dalla normativa sulle acque minerali e di sorgente. Nestlé, dal canto suo, avrebbe rinunciato ad alcuni trattamenti non regolamentari, sospeso i prelievi da alcune fonti e lanciato una nuova linea, Maison Perrier, non etichettata come “acqua minerale”.

Tuttavia, secondo una nota confidenziale dell’Agenzia nazionale di sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro (ANSES) datata ottobre 2023 e ottenuta da Le Monde, afferma che la “qualità sanitaria” delle acque del gruppo Nestlé non sarebbe garantita. Lo scorso mese di aprile, la prefettura del Gard ha ordinato alla multinazionale sospendere il prelievo da una fonte, per la presenza di batteri fecali nell’acqua. Come conseguenza l’azienda ha distrutto due milioni di bottiglie di acqua Perrier.

Secondo un altro articolo di Mediapart, inoltre, un rapporto dell’Ufficio francese per la biodiversità, realizzato per la procura della Repubblica nell’ambito dell’inchiesta preliminare sul caso, indica che per 27 anni Nestlé avrebbe prelevato l’acqua da nove pozzi in maniera completamente illegale. Si tratta di 19 miliardi di litri di acqua solo tra il 1999 e il 2019 (non ci sono dati per gli anni precedenti).

“Nestlé – ha dichiarato Ingrid Kragl di Foodwatch France –  apparentemente, ha venduto miliardi di bottiglie di acqua che non aveva nulla a che fare con l’’acqua minerale naturale’ per decenni: in Francia, Europa e persino nel resto del mondo  e i consumatori erano completamente all’oscuro di tutto. Se la nuova inchiesta giornalistica sarà confermata, c’è solo una conclusione: lo scandalo delle acque minerali è il risultato di decenni di frodi sistematiche del colosso alimentare. Le autorità ora devono agire rapidamente. Ora c’è bisogno di un’indagine giudiziaria. Nestlé non è al di sopra della legge.” 

La Commissione Europea ha avviato un’inchiesta sullo scandalo e le conclusioni sono state pubblicate il 24 luglio. Nel documento la Commissione bacchetta la Francia e parla di “gravi lacune” nel sistema di controllo delle acque minerali messo in campo dalle autorità francesi. “Nell’insieme, – si legge nel report – il sistema di controllo ufficiale non verifica efficacemente che le acque minerali naturali immesse sul mercato soddisfino i requisiti legali in vigore”.

 

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