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Altro che dieta mediterranea, in Italia cresce la cattiva alimentazione

a cura di Redazione

Secondo uno studio dell'Università Niccolò Cusano, i disturbi della nutrizione sono cresciuti del 900% rispetto al 2000. Solo il 30% degli italiani mangia sano

Se i fattori di rischio sono quelli più conosciuti, come i fattori individuali (età, personalità, genere), famigliari (dipendenze o disturbi dell’umore in famiglia, vischiosità affettiva, abusi, eccessiva attenzione al giudizio altrui) e socio-culturali (l’immagine della donna forte e di successo come una donna magra e in forma), diete e decontestualizzazione del cibo (tendenza a vedere il cibo come pericoloso o velenoso perché non senza glutine, grassi, conservanti, coloranti…) aggiungono il carico da 90 a menti spesso più sensibili.

È solo il 30% delle persone, infatti, a seguire un’alimentazione veramente salutare. Spaventano invece il consumo spropositato di zuccheri semplici e grassi saturi (raddoppiati), di formaggi, latte e dolci e di carne, a discapito di cereali e carboidrati.

A entrare in gioco, poi, è anche il fattore ambientale: carne coltivata, farine da grilli o locuste, soluzioni plant-based e regenerative food. Tutte soluzioni al centro di accese discussioni ma che potrebbero comportare una serie di vantaggi sia a livello nutritivo (e dunque salutare), sia a livello climatico-ambientale. 

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