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Clima, la crisi minaccia pure il miele: la produzione crolla dell'80% sul 2022

a cura di Redazione

Freddo e siccità hanno compromesso la produzione di miele primaverile. Cresce l'importazione, ma secondo l'Ue il 46% è a rischio adulterazione

Negli ultimi anni, dopo lunghi dibattiti e studi d’impatto, la Commissione europea ha introdotto una serie di divieti sui cosiddetti neonicotinoidi, gli insetticidi più pericolosi per le api, considerati responsabili della morìa della specie in Europa. "Il problema di questo tipo di trattamenti - spiega ancora Bazzana - è la scarsa aderenza al seme e la diffusione nell’ambiente circostante. Ma più in generale oggi la principale minaccia è la crisi climatica, che si aggiunge alle malattie conseguenti ai possibili trattamenti sbagliati e ai nuovi parassiti che sono venuti fuori, dall’aethina tumida alla vespa vellutina, a conferma che l’ape resta il primo indicatore dei cambiamenti ambientali".

Tuttavia, mentre la produzione cala, cresce l'importazione: nel 2022 si è registrato un +12%, con oltre 26.500 tonnellate, ben oltre la metà dei consumi. Secomndo un'indagine della Commissione Ue la maggior parte del miele importato viene dalla Turchia, Cina, Romania e Ucraina, e molti di questi prodotti - il 46% (quasi 1 su 2) - sono sospettati di adulterazione, ovvero mieli addizionati di sciroppi di zucchero ricavati da grano, riso e barbabietola da zucchero. 

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