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Si apre a Firenze la settimana del vino toscano con le Anteprime di Toscana

ANDREA CIANFERONI

La settimana dei consorzi si apre con la notizia dell’auspicato non aumento dei dazi Usa sui prodotti alimentari italiani. Salvi olio, pasta e vino

La settimana delle Anteprime di Toscana si apre a Firenze con la notizia positiva del non aumento dei dazi sui prodotti alimentari Made in Italy. Salvi olio, pasta e vino. Una notizia accolta con soddisfazione dall’assessore della regione Toscana all’agricoltura Marco Remaschi, intervenuto questa mattina alla Fortezza da Basso di Firenze alla giornata inaugurale della settimana delle Anteprime di Toscana. Una sette giorni dedicata ai consorzi della regione durante la quale i produttori della Toscana si presentano a buyer e stampa internazionale. Nel corso della mattinata è stata presentata la ricerca Ismea, all’interno di PrimAnteprima,  collettiva regionale promossa dalla Regione Toscana insieme a Camera di Commercio di Firenze e organizzata da PromoFirenze, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana. Da tale ricerca è emerso che più della metà della produzione certificata DOC e DOCG della Toscana vola sui mercati esteri, rappresentando circa il 19% del totale export di vini DOP fermi nazionali, quota che sale al 26% se si considera il valore. Stati Uniti e Germania si confermano i più grandi amanti delle Doc e Docg regionali, importando oltre il 50% dell’export complessivo, ma l’Estremo Oriente guadagna quote di mercato.  Sale la produzione, tengono i prezzi, nonostante le incertezze dovute a dazi, Brexit e Coronavirus. E si investe sempre più in innovazione e sostenibilità, anche in chiave enoturismo. Crescono le esportazioni di vini DOP toscani (+3% nei primi 10 mesi del 2019), mentre si amplia il bacino dei Paesi importatori.  In lieve progressione il Giappone, dal 2,7 al 3,2 %. È aumentata notevolmente la domanda di Hong Kong, Singapore e Taiwan, anche se in termini assoluti il peso a valore passa dallo 0,6 all’1 %. L’Est Europeo, con la Russia in testa, mostra una discreta attenzione alle denominazioni toscane, ma mantiene un ruolo marginale. Positivo il trend in Brasile, Messico, Australia e Nuova Zelanda. Numeri che fanno ben sperare, nonostante l’allarme Coronavirus ed il rallentamento dell’economia tedesca. Per il momento, però, l’industria del vino made in Tuscany tiene, anche dal punto di vista dei prezzi, nonostante il 2019 abbia fatto segnare una battuta d’arresto dopo 10 anni di aumenti consistenti. Sono 58 i riconoscimenti tra DOP (52) e IGP (6) che interessano la produzione regionale, per una produzione annua di 2,1 milioni di ettolitri in media (11% circa delle produzioni IG italiane): dei circa 59mila ettari del vigneto toscano, ben 56mila risultano destinati a denominazioni certificate, per una percentuale del 96%, che supera di gran lunga la media nazionale del 62%. In controtendenza anche la vendemmia 2019: secondo i dati diffusi da Artea la produzione toscana si attesta a 2,6 milioni di ettolitri, con un incremento dell’11% rispetto all’anno precedente, mentre a livello nazionale si registra un calo del 19% (stima Ismea/Uiv). Traducendo i volumi in valore, limitatamente ai vini IG, Ismea stima che la produzione imbottigliata valga complessivamente quasi un miliardo di euro: 793 milioni di euro circa per le DOP a cui si aggiungono i 168 milioni delle IGP (stima 2018).  Alla tavola rotonda nella giornata inaugurale delle Anteprime di Toscana hanno partecipato, insieme all’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, Fabio del Bravo di ISMEA, Francesco Mazzei presidente di Avito, Donatella Cinelli Colombini presidente del Consorzio Vino Orcia e Roberto Scalacci della Regione Toscana. Infine il prof Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell’Università di Milano, ha affascinato il pubblico con il racconto dell'esperimento enologico che ha ripercorso, dopo 2.500 anni, la produzione del mitico vino dell’isola di Chio: Nesos, realizzato all'isola d'Elba dall’azienda Arrighi alla maniera degli antichi greci. Pur mantenendo intatto il suo fascino, il vigneto toscano si distingue per vivacità, dinamismo e forte orientamento all’innovazione. A tal proposito da segnalare la capacità di utilizzare in maniera efficace i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea: metà del vigneto regionale ha usufruito della misura Ristrutturazione e Riconversione (28 mila ettari), mentre nei 10 anni applicazione della Promozione sui mercati terzi sono stati finanziati 352 progetti per una spesa di 86 milioni di euro. L’innovazione è sempre più connessa al tema della sostenibilità delle produzioni vitivinicole toscane: nel complesso i progetti integrati di filiera regionali finanziati attraverso il PSR 2014-2020 sono stati 26, per un contributo di oltre 6,5 milioni di euro. Molti di questi progetti prevedono l’applicazione dei criteri della “Viticoltura di precisione”, che consentono una sensibile riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci. Tra questi il progetto “SOSTE-NOBIL-ETÀ”, coordinato dalla Vecchia Cantina di Montepulciano, che ha sperimentato per la prima volta la creazione di una piattaforma collaborativa per l’autovalutazione della sostenibilità ambientale della propria azienda ed ottenere informazioni sulle migliori tecnologie a basso impatto ambientale; “SOS.T.”, coordinato dalla Cantina di Pitigliano, che ha consentito a 4 imprese toscane (tra cui la Cantina di Pitigliano e la Cantina Vini di Maremma) di essere certificate secondo la norma Equalitas-Vino Sostenibile, che garantisce la sostenibilità sociale ed etica, oltre che ambientale. Infine, il progetto del Consorzio di tutela del vino a denominazione di origine "Orcia" nasce per coniugare produzione e turismo, trasformando le cantine in luoghi di shopping, cultura, esperienza e sperimentando un modello riproducibile. La proposta è semplice ma rivoluzionaria: il vino si trasforma in cartolina da degustare, capace di arricchire il viaggio, raccontare il territorio, potenziare il mercato locale di esportazione di un intero pezzo di regione. Proprio nella Val d’Orcia si avvia grazie al Progetto integrato di filiera della Regione Toscana un progetto per avvicinare i turisti al vino della denominazione, servendolo in maniera adeguata: una serie di cantinette d’autore saranno distribuite gratuitamente in tutto il territorio (tra cantine, supermercati, enoteche, ristoranti e wine bar) e permetteranno di degustare un calice alla temperatura ottimale, conoscendo al tempo stesso le informazioni relative al produttore e alla storia del vino. Il progetto mira a valorizzare quello che nella Val d’Orcia, riconosciuta a livello Unesco per la sua bellezza, viene detto “l’export sotto casa”, ovvero la presenza tutto l’anno di turismo internazionale. Ma il crescente connubio tra vino e turismo riguarda tutta la regione: non a caso la Toscana è stata la prima Regione ad adottare una specifica legge, declinando le indicazioni nazionali contenute nel DM del 12 marzo 2019 in tema di enoturismo. Il programma della Settimana delle Anteprime parte domenica 16 febbraio alla Fortezza da Basso con Chianti Lovers a cura del Consorzio Vino Chianti e Morellino di Scansano, continua alla stazione Leopolda di Firenze il 17 e 18 febbraio con la Chianti Classico Collection a cura del Consorzio Vino Chianti Classico, poi si sposta a San Gimignano il 19 febbraio con l’Anteprima Vernaccia di San Gimignano a cura del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano. Prosegue a Montepulciano il 20 febbraio con l’Anteprima Vino Nobile di Montepulciano a cura del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Infine a Montalcino il 21 e 22 febbraio con Benvenuto Brunello 2020 a cura del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.