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Via della seta, un fiasco per il vino. Perso il 12% dell'export in 4 anni

di Redazione Food

L'export verso la Cina cala da 128 milioni di euro del 2018 a 111 milioni di euro nel 2022

L'Italia esce dalla Via della Seta e rilancia i rapporti commerciali oltreoceano. Lollobrigida: "Usa principale alleato strategico ed economico"

La Via della Seta annunciata nel 2019 dall'allora Governo Conte doveva essere un'occasione incredibile di rilancio per il commercio tra l'Occidente e Cina ma si rivelato un fuoco di paglia, soprattutto per quanto riguarda il settore vitivinicolo italiano. Il nostro Paese con il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di uscire ufficialmente dal progetto Belt & Road Initiative, fermo restando la volontà di "sviluppare e rafforzare la collaborazione bilaterale".

Nella Via della Seta rientrava anche il gemellaggio vino-riso tra l'associazione per il Patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e il Comitato di gestione per il patrimonio dei terrazzamenti del riso di Honghe Hani' dello Yunnan. Il Covid e la situazione internazionale attuale non hanno aiutato un proficuo scambio con il Paese del Dragone.

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L'export di vini dall'Italia a Pechino è passato dai 126 milioni di euro del 2018 a 111 milioni nel 2022 e i numeri per quest'anno sono anche peggiori. La Cina si piazza quindi tra gli ultimi posti dei principali mercati partner con una quota di appena l'1,5% di import dal nostro Paese.

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Il Governo quindi rilancia una posizione più atlantista, come conferma la foto postata sui social dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida insieme all'ambasciatore USA Italia Jack Markell: "Gli Stati Uniti devono essere, per l’Italia, il principale alleato strategico ed economico.  -scrive il ministro - Lavoriamo insieme in vista del prossimo G7 Agricoltura che l’Italia avrà l’onore di presiedere nel 2024”.