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Vietri, lo "chef scellato" Antonio Peluso apre la quarta Locanda del Baccalà

Eduardo Cagnazzi

L'obiettivo è portare la cultura di questo pesce nordico lungo la costiera salernitana dove la cucina predilige frutti di mare ed altro tipo di pescato.

Con la ripartenza della ristorazione, anche a Marina di Vietri il pesce povero diventa chic. Lo diventa grazie al “re del baccalà” Antonio Peluso, già proprietario di tre Locande del Baccalà a Marcianise, Salerno e Cava de Tirreni e autore del ricettario “50 Sfumature di Baccalà”, che mercoledì 17 giugno aprirà le porte della sua quarta Locanda del Baccalà nella città vietrese. In un momento delicato come quello che il mondo della ristorazione sta affrontando, a causa del quale alcuni locali della costiera amalfitana non riapriranno quest’estate per la previsione di bassa affluenza turistica, lo chef scellato lancia il cuore oltre l’ostacolo aprendo una nuova Locanda del baccalà. L’intento è quello di portare la cultura del baccalà, tradizionalmente un pesce delle zone interne, anche in costiera amalfitana dove la cucina predilige frutti di mare e altri tipi di pescato. A questo si aggiunge l’opportunità di mantenere intatto il personale, senza dover necessariamente fare dei tagli a causa delle misure anti covid”, dichiara Peluso. Le novità non si esauriscono: infatti, alla formula osteria di Marcianise, al bistrot di Salerno e allo street food di Cava di Tirreni, si aggiunge la formula open air, all’aperto: quindi un locale prettamente estivo, che si sviluppa con 40-50 posti disponibili all’esterno, in una delle piazze più belle della costiera amalfitana. Al centro del menù ovviamente il pesce povero per eccellenza: il baccalà, cucinato e preparato abilmente in tante versioni, dagli antipasti ai primi, ai secondi finanche al dolce. Questa volta, però, il menù non sarà esclusivamente a base di baccalà, ma sarà contaminato da altri piatti a base di pesce.

Da Nord a Sud, da Vicenza, alle Marche, fino in Calabria, passando per Napoli, dove fu importato grazie all’intensa attività portuale che favoriva i collegamenti con i mercati del Nord, il baccalà è un alimento che unisce l’Italia e ne segna la storia culinaria, come Peluso scrive in “50 sfumature di Baccalà” che non vuole essere il solito ricettario, ma di approfondimenti che rispecchiano perfettamente il suo animo eclettico: quello di esere uno “chef scellato”.