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Alluvione, ANBI: "Il futuro dell'Italia alla mercé dei cambiamenti climatici"

Il deficit di risorsa idrica si attesta a -26,4% rispetto alla media del periodo, ma è +52% rispetto alla problematica annata 2022 (fonte: Arpa Lombardia). In Liguria sono in crescita le altezze idrometriche dei fiumi Magra ed Argentina, mentre calano Entella e Vara. Oltre ai dati alluvionali, in Emilia-Romagna va citato il caso del fiume Secchia, la cui portata si è attestata a lungo su mc/s 226, minacciando una tracimazione, che avrebbe aggravato un già tragico bilancio; nel complesso quadro idrologico regionale sorprende il calo di portata, registrato invece dalla Trebbia. In Veneto, rispetto ad una settimana fa, i fiumi tornano a scendere: il livello dell’Adige cala di 90 centimetri, quello della Livenza di oltre 1 metro ed il Piave di circa 60 centimetri; in decremento sono anche Bacchiglione e Brenta.

Crescono le portate dei fiumi in Toscana con ottime performance di Arno ed Ombrone. Dopo l’allarme dei giorni scorsi tornano a livelli più rassicuranti i fiumi delle Marche (Foglia, Esino, Sentino) nei territori maggiormente interessati dalle abbondanti piogge della settimana scorsa; stabile è la Nera mentre cresce la Potenza. Con quasi 5 milioni di metri cubi d’acqua invasata in pochi giorni, i bacini delle dighe marchigiane sono ormai a soli 6 milioni di metri cubi dal massimo volume autorizzato. In Umbria crescono i fiumi Tevere e Chiascio.

Nel Lazio, dopo aver toccato anche i 7 metri di livello idrometrico a Roma, il fiume Tevere si attesta ora ad un’altezza di circa 6 metri, mentre è ancora in crescita la portata dell’Aniene. Oltre ad avere causato frane e disagi in provincia di Frosinone, il maltempo aveva provocato un repentino aumento di livello del Liri, creando apprensione per la sua tenuta; ora il livello si è stabilizzato pur rimanendo al di sopra della media degli ultimi anni. Buone notizie arrivano per i laghi di Bracciano e Nemi, i cui livelli guadagnano ancora qualche centimetro. Al Sud, i livelli del Volturno sono in forte aumento lungo tutto il corso dal Molise alla Campania, dove continua a crescere anche il Garigliano, che si attesta ad un livello ben superiore alla media del periodo. Infine, gli invasi della Basilicata ad oggi trattengono 42 milioni di metri cubi in più rispetto all’anno scorso mentre, in Puglia, il surplus nei 4 bacini della Capitanata sfiora i 45 milioni (questa settimana: +10 milioni di meri cubi).

"Accanto all’urgente necessità di efficientamento dell’esistente, la fotografia pluviometrica dell’Italia rafforza la nostra richiesta di nuove infrastrutture idrauliche, soprattutto nel Nord del Paese, ad iniziare da invasi capaci di aumentare la sicurezza idrogeologica, creando al contempo riserva idrica per i momenti di bisogno. Ancora una volta", conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, "della recente ondata di maltempo conteremo solo i danni, incapaci di gestire una risorsa di cui, a breve, potremmo tornare a sentire la mancanza in ampie zone del Paese". 

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