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CONAI dimezza il contributo ambientale per imballaggi in carta e cartone
È in casi come questo che il sistema CONAI si ritrae lasciando ampio margine al mercato
Procedure forfettarie/semplificate
La variazione avrà effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate di dichiarazione per importazione di imballaggi pieni. Dal 1° luglio 2021, il Contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà da 107,00 a 101,00 EUR/tonnellata. Resteranno invece invariate le aliquote da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in EUR) per i prodotti alimentari imballati (0,20%) e per i prodotti non alimentari imballati (0,10%). I nuovi valori delle altre procedure forfettarie/semplificate interessate dalla variazione saranno a breve disponibili sul sito CONAI.
Poliaccoppiati per liquidi
Per i poliaccoppiati a prevalenza carta idonei al contenimento di liquidi il contributo ambientale si ridurrà da 75 EUR/tonnellata a 45 EUR/tonnellata, essendo rimasto invariato il contributo aggiuntivo di 20 EUR/tonnellata.
Gli altri imballaggi poliaccoppiati: quattro fasce per la diversificazione contributiva
Dopo aver agito nel 2018 sui poliaccoppiati per liquidi, CONAI prosegue nel percorso di diversificazione del contributo per gli imballaggi compositi – o poliaccoppiati – con prevalenza di carta e cartone, per correlare il CAC alla loro effettiva riciclabilità e ai loro impatti ambientali, così come ai costi emergenti legati alla gestione del loro fine vita.
Il consiglio di amministrazione CONAI ha così stabilito l’estensione della diversificazione contributiva anche agli altri imballaggi compositi a base carta diversi dai contenitori per liquidi. La nuova diversificazione – oggetto di studio da circa un anno, come anticipato a settembre 2020 con l’avvio della nuova modulistica dichiarativa – entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2022. Gli imballaggi compositi a prevalenza carta, diversi da quelli per liquidi, sono stati divisi in quattro tipologie in base al peso della componente carta sul totale del peso dell’imballaggio. Le prime due tipologie, A e B, con una componente carta superiore o uguale rispettivamente al 90 e all’80%, pagheranno il CAC carta (dal 1° luglio 2021 ridotto a 25 EUR/tonnellata) e non sarà applicato loro nessun contributo aggiuntivo. La terza tipologia, C, è quella che qualifica gli imballaggi in cui la componente carta è superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%. Le operazioni di riciclo di questi imballaggi sono complesse e onerose: su 100 kg di imballaggi, più di 60 kg diventano scarto non riciclabile allo stato delle tecnologie attuali. Gli imballaggi in questa fascia pagheranno dal 1° gennaio 2022 un extra-CAC di 110 EUR/tonnellata. La quarta tipologia, D, è quella degli imballaggi compositi in cui la componente carta è inferiore al 60%: una percentuale che compromette la riciclabilità dell’imballaggio, annullandola, con ovvie conseguenze di impatto ambientale. Nel processo di riciclo, infatti, 100 kg di questi imballaggi producono più di 85 kg di scarto secco e quasi 150 kg di scarto bagnato da smaltire in discarica, dopo aver consumato acqua ed energia elettrica.
Per questi imballaggi il contributo extra sarà pertanto di 240 EUR/tonnellata. Rientreranno in fascia D anche quegli imballaggi la cui componente carta non verrà esplicitata.
Poiché si tratta quindi di imballaggi non riciclabili con carta e cartone, l’invito alle aziende che li producono e utilizzano è quello di suggerire in etichetta il conferimento in raccolta indifferenziata, al fine di minimizzare l’impatto ambientale legato alla gestione del loro fine vita. La diversificazione contributiva è una delle leve impiegate per orientare le aziende verso imballaggi sempre più riciclabili.
Il test Aticelca (norma UNI) come metodo in prospettiva per la classificazione degli imballaggi compositi rispetto alla loro riciclabilità
In questa prima fase di introduzione della diversificazione del contributo in base alla riciclabilità degli imballaggi compositi, il criterio adottato è quello del peso della componente carta. La volontà condivisa è di basarsi su un criterio più preciso e scientifico, ossia la prova di laboratorio norma UNI 11743, base per l’applicazione del Sistema di Valutazione Aticelca 501. Per questo motivo le aziende che verificheranno il livello di riciclabilità dei propri imballaggi con tale test potranno usarne il risultato per la classificazione in una delle quattro tipologie di diversificazione.