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ANBI, la crisi dei laghi romani è collegata all’insostenibile gestione idrica

Vincenzi (ANBI): "è urgente la necessità di una legge che freni lo sconsiderato consumo di suolo"
La media del livello del lago di Bracciano dal 1021 al 2016 è pari a – cm. 20 sullo zero idrometrico, cioè quasi un metro più alta dell’attuale.
“Questi dati" commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), "confermano soprattutto due cose: l’urgente necessità di una legge, che freni un sconsiderato consumo di suolo, aumentando la pressione su ecosistemi già fiaccati dalla crisi climatica; la grande difficoltà della natura a recuperare autonomamente l’equilibrio idrico come dimostrato anche dalla persistente insufficienza dei livelli di falda in alcune zone del Nord Italia.”
“E’ la fotografia di un’Italia recentemente graziata da piogge che là, dove non sono state drammaticamente dannose, sono state benefiche, ma anche caratterizzata da una costante precarietà idrica, cui solo un territorio maggiormente attrezzato può dare risposte: i piani per invasi multifunzionali e bacini di espansione, da noi presentati nel corso degli anni, rispondono anche all’esigenza di rimpinguare costantemente le falde, grazie alla percolazione dell’acqua, di cui le risaie sono lampante esempio" conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. "La prossima Assemblea nazionale dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, convocata all’inizio di Luglio a Roma, sarà l’occasione per rilanciare quelli, che sono tasselli della prima opera pubblica, di cui il Paese abbisogna: la gestione idraulica del territorio.”