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Ci sono 7.7 mld di persone al mondo ma produciamo cibo per nutrirne solo 3.4

I danni: perdita di biodiversità, stress idrico e degradazione dell’ecosistema. Gli impatti della filiera del cibo in un nuovo studio su "Nature Sustainability" che ne identifica anche le soluzioni. Tra queste, spostare parte delle attività agricole e di allevamento da zone sottoposte a "stress ambientale" elevato.

PIU' della metà della produzione di cibo globale è insostenibile e di fatto dannosa per il nostro Pianeta. A dirlo è un'analisi quinquennale appena pubblicata su Nature Sustainability. Gli studiosi hanno allo stesso tempo identificato un pacchetto di soluzioni che, se applicato garantirebbe il sostentamento a più di 10 miliardi di persone.

Nature Sustainability identifica delle soluzioni per limirare i danni della degradazione dell'ecosistema (stress idrico e perdita di biodiversità). Lo studio, frutto di un'analisi quinquennale, parte dall'assunto che più della metà della produzione di cibo è di fatto dannosa per il pianeta perchè insostenibile dal punto di vista ecologico. Il team di studio ha identificato una soluzione che potrebbe risolvere il problema, garantenndo una produzione di cibo sostenibile per 10 miliardi di persone.

"Per produrre cibo stiamo compromettendo l'ecosistema - spiega il Professor Dieter Gerten, lead-author dello studio - la situazione è grave, ma c'è ancora tempo per cambiare agendo il prima possibile".

"Sottraiamo terra per allevamento e coltivazione intensiva, fertilizziamo ed irrighiamo troppo mettendo in pericolo il ciclo dell'acqua, questi i principali problemi", osserva Gerten. E prosegue: "Per risolverli, occorre ripensare completamente la filiera del cibo". Secondo i ricercatori infatti, la sola riorganizzazione razionale delle tecniche agricole garantirebbe un'alimentazione sostenibile per 7.8 miliardi di persone, poco più della popolazione attuale.

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