Green

Onu, raggiunto l'accordo sulla tutela degli Oceani e dell'Alto mare

di redazione green

L'intesa prevede la protezione del 30% delle acque entro il 2030, ma è ancora necessaria l'adozione formale

Le caratteristiche del nuovo Trattato per la Protezione dell'Alto mare

Le nuove aree protette, stabilite nel trattato, porranno limiti alla pesca, alle tratte delle rotte marittime e alle attività di esplorazione come l’estrazione mineraria in acque profonde, cioè quando i minerali vengono prelevati da un fondale marino oltre i 200 metri di profondità.

Il trattato punta anche a proteggere mari e oceani da potenziali impatti come l’estrazione mineraria in acque profonde. Le associazioni ambientaliste sono molto preoccupate per i possibili effetti dell’estrazione mineraria, come lo sconvolgimento dei sedimenti, l’inquinamento acustico e il danneggiamento dei territori di riproduzione.

L’ International Seabed Authority, che sovrintende la concessione di licenze minerarie in alto mare, ha detto alla BBC che d’ora in poi, per andare avanti "Qualsiasi attività futura nei fondali marini sarà soggetta a rigide normative ambientali e supervisione per garantire che siano svolte in modo sostenibile e responsabile".

L’accordo punta esplicitamente a  trasformare il 30% delle acque internazionali del mondo in aree protette (AMP) entro il 2030. Ma la discussione su quale debba essere il livello di protezione in queste aree è stata molto aspra e resta un problema irrisolto.

Simon Walmsley, chief advisor del Wwf-UK  spiega su BBC News: "C’è stato dibattito in particolare su cosa sia un’area marina protetta. È l’uso sostenibile o quando è completamente protetta?". Per esempio, sembra che per raggiungere il 30% di il governo italiano punti a dichiarare mare protetto aree dove è semplicemente vietato fare trivellazioni petrolifere e di dichiarare aree particolarmente protette (il 10%) le attuali Amp – che hanno diverse zone di tutela – e addirittura il santuario dei cetacei Pelagos, che è stato finora solo un confine tracciato sulla carta marittima.

Ma il nuovo trattato Onu prevede che, qualunque sia la forma di protezione concordata, ci dovranno essere restrizioni sul prelievo e le tecniche di pesca praticati, sulle rotte marittime e sulle attività di esplorazione come l’estrazione mineraria in acque profonde, disposizioni per la condivisione delle risorse genetiche marine, come il materiale biologico proveniente da piante e animali nell’oceano. Questi possono avere benefici per la società, come prodotti farmaceutici e alimentari, requisiti per le valutazioni ambientali per le attività in acque profonde come l’estrazione mineraria.