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Onu, raggiunto l'accordo sulla tutela degli Oceani e dell'Alto mare

C'è ancora molta strada da fare per adottare formalmente il Trattato per la protezione dell'Alto mare

Ma i Paesi in via di sviluppo sono rimasti delusi per il fatto che nel testo non sia stato definito l’importo specifico del finanziamento necessario ad attuare il Trattato. E, nonostante l’accordo rappresenti una svolta, c’è ancora molta strada da fare prima che sia approvato definitivamente e diventi legalmente obbligatorio.

Il trattato deve essere adottato in una sessione successiva dell’Intergovernmental Conference e poi entrerà “in vigore” solo dopo che un numero sufficiente di Paesi lo avrà firmato e fatto approvare dai rispettivi parlamenti.

Per esempio, la Russia - che si temeva bloccasse tutto come ritorsione per le sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina – è stato uno dei Paesi che ha espresso maggiori preoccupazioni sul testo finale e anche altri Paesi dovranno esaminare praticamente come queste misure potranno essere attuate e gestite.

Walmsley non naconde una certa preoccupazione: "C’è un equilibrio davvero delicato, se non ci sono abbastanza Stati non entrerà in vigore. Ma per ottenere l’impatto è anche necessario che gli Stati abbiano abbastanza soldi. Stiamo pensando a circa 40 stati per far entrare in vigore il tutto".

La Epps ha concluso: "Questa implementazione è cruciale. Se le aree marine protette non saranno adeguatamente collegate, potrebbe non avere l’impatto desiderato poiché molte specie sono migratrici e possono spostarsi attraverso aree non protette dove sono a rischio".

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