La Cina minaccia il Canada per l’arresto del numero due di Huawei
Un duro editoriale chiede l’immediato rilascio della figlia del fondatore di Huawei
Con un editoriale dell’organo del Partito Comunista cinese, ‘il giornale del Popolo’ , la Cina ha mandato una minaccia, nemmeno tanto nascosta, al Canada reo di aver arrestato la direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, nonché figlia del gigante delle telecomunicazioni.
Le accuse ? Quelle di aver violato le sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto all’Iran.
‘Ci saranno gravi conseguenze-si legge nell’articolo firmato con lo pseudonimo ‘Il suono della campana’ dietro al quale si ‘nasconde’ il leader massimo cinese-se la manager non verrà subito messa in libertà’.
L'arresto del numero due di Huawei. Gravi conseguenze per il Canada
In maniera molto dura viene denunciata la violazione dei diritti umani contro la manager e contro una delle più grandi multinazionali cinesi a livello mondiale.
Oltre a mettere in risalto le inquietudini di tutti gli analisti sui danni che potrebbero riflettersi su Huawei a livello economico l’editorialista ha offerto al Canada due particolari suggerimenti: il primo di ‘pensare con chiarezza’ e il secondo di ’ che l’unico modo di evitare di pagare un prezzo molto caro è correggere l’errore, desistere immediatamente da questa palese violazione dei diritti legali di una cittadina cinese e soprattutto dare spiegazioni convinte al popolo cinese’.
E poi dopo il bastone la carota ‘ la Cina non creerà alcun problema ma, nessuno deve sottostimare la forza del Paese’.
Chiaro che nessuno ha detto quali saranno le minacce ma è facile immaginare che potrebbero essere molto dure come lo furono nel passato per altre situazioni. Basterebbe pensare solo al boicottaggio di tutti i prodotti canadesi da parte cinese per capire quanto le misure potrebbero pesare sull’economia del Canada.
L'arresto del numero due di Huawei. I prodotti canadesi rischiano un boicottaggio cinese
‘Se la numero due di Huawei verrà trattata in maniera ingiusta e verrà estradata negli Stati Uniti- hanno scritto altri importanti giornali cinesi-il Canada avrà una gratitudine minima da parte degli Usa ma riceverà la massima opposizione da parte cinese’.
Il comunicato di Huawei ha invece sottolineato come ‘la compagnia operi in tutti i Paesi seguendo le leggi e le regole vigenti comprese le norme relative alle sanzioni inerenti all’export nelle Nazioni Unite, Stati Uniti e Europa’.
Nonostante il livello dello scontro si sia velocemente innalzato Pechino continua a ripetere di considerare la detenzione della manager e i recenti accordi commerciali tra i due Paesi come due aspetti separati.
A questo pero’ sembrano non crederci né gli ambasciatori americani e canadesi chiamati dal Governo di Pechino, né le Borse mondiali, calate vistosamente, e nemmeno i giudici canadesi che hanno prolungato il fermo della manager.
La realtà è che gli Stati Uniti faticano a digerire la spaventosa crescita cinese e quindi sembrano cercare ogni mezzo per rallentare questo processo.
E’ un gioco col fuoco per entrambi ma, se si bruceranno, tutto il mondo ne soffrirà le conseguenze.
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