La fame colpisce oltre 800 milioni per crisi economiche, guerre e clima
Più giovani donne anemiche e più obesi
‘Oltre 800 milioni di persone nel mondo, nel 2017, hanno sofferto la fame’ conferma il rapporto annuale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.
Le cause principali di questo aumento, il terzo consecutivo, sono principalmente quattro: le guerre, gli eventi climatici estremi, le crisi economiche e il fenomeno di ‘El Nino’.
Fame nel mondo. Senza acqua non si produce nulla.
‘Surriscaldamento globale e mancanza di acqua- denuncia l’Organizzazione- sono particolarmente colpevoli in quanto senza acqua le coltivazioni non crescono e di conseguenza nemmeno il cibo per sfamare gli animali; la mancanza di pioggia causa oltre l’80% delle perdite totali di raccolti in agricoltura’.
La maggior parte dei Paesi in crisi alimentare sono in pace ( secondo la Fao 20 su trentaquattro) ma quando gli eventi climatici disastrosi avvengono in zone di guerra si crea un danno inimmaginabile.
Esempi si trovano in Ciad, Camerun, Nigeria e Niger, dove oltre 11 milioni di persone che ogni giorno lottano per sopravvivere alla mancanza di cibo, devono pure difendersi dalla violenza di gruppi terroristici come quello di Boko Haram.
Fame nel mondo. In Africa 250 milioni soffrono la fame.
Non è una novità sostenere che il Continente più affamato da sempre sia l’Africa. Oltre il 20% dei suoi abitanti, circa 250 milioni di persone, sono sottoalimentate. La maggioranza di queste vive nella Regione Subsahariana.
In termini assoluti pero’ è l’Asia che detiene il maggior numero di persone in stato di denutrizione, quasi 520 milioni.
Purtroppo oltre ai conflitti e ai cambiamenti climatici altri tre fattori scatenano problemi di fame: la povertà assoluta, le diseguaglianze e l’emarginazione che non permettono di arrivare ad avere un’alimentazione sufficiente.
‘Senza fare nulla- conferma il rapporto Fao- la crescita di sottoalimentati continuerà inesorabile e sarà impossibile raggiungere l’obiettivo che l’Onu si è posto per il 2030, quello cioè di cancellare la fame nel mondo’.
Cosa manca per riuscire a combattere o almeno contenere questo dramma umano?
‘Soprattutto danaro. Mai- sempre secondo il rapporto- si riesce ad ottenere, nelle zone più devastate, fondi sufficienti. E senza questi l’unica decisione che purtroppo si deve prendere è quella di scegliere chi non potrà essere aiutato in alcun modo’.
Fame nel mondo. Più anemici e più obesi
Alcuni dati fanno pensare. Ad esempio l’aumento sia delle anemie in giovani donne in età riproduttiva e pure l’aumento dell’obesità in aree sviluppate.
In quattro anni infatti le giovani donne che soffrono di anemia per mancanza di cibo sono passate dal 30% a quasi il 33%. Come pure è incessante la crescita di obesi, casi 680 milioni, oltre il 13% degli abitanti della terra.
Quindi più affamati ma pure più obesi. Cibi trattati e ipercalorici con alti contenuti di grassi saturi, zuccheri e sale sono alla base della crescita dell’obesità.
Obesità che però non si manifesta solamente nelle regioni ricche ma anche in quelle povere. Infatti i cibi più salutari, quelli più nutritivi e freschi, sono anche quelli più costosi. E se da una parte l’anemia è conseguenza di mancanza di cibo, dall’altra l’obesità è provocatoria dalla iperalimentazione che dalla mancanza di danaro e cultura per acquistare cibi ‘non spazzatura’.
Unico dato positivo del rapporto viene, fortunatamente, dalla situazione dei bambini.
Ci sono meno piccoli che soffrono la fame cronica, cioè mancanza quasi totale delle vitamine principali come vitamina A, ferro e acido folico.
Infatti dal 2012 vi è stato un sensibile calo, si è passati dai 165 milioni di bimbi affamati agli attuali 150 milioni. Un numero ancora impressionante ma in calo. Una piccola luce che fa sperare.
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