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Labriola si loda dopo il primo semestre, ma la vendita della Rete non è un affare d'oro

Tim, i conti semestrali

L'ad di Tim Pietro Labriola si autocomplimenta, in conference call con gli analisti per commentare i risultati di Tim nei primi sei mesi dell'anno, per la veloce esecuzione della vendita della rete dell'ex monopolista. Operazione molto complessa che lascia Tim con debito ridotto a 8,1 miliardi. Quanto alle prospettive la nuova Tim senza rete punta tutto sulla controllata brasiliana, scampata miracolosamente negli anni a diversi tentativi di vendita, e sul settore Enterprise ossia sui servizi dedicati alle imprese dove lo scontro con Fastweb quando avrà integrato Vodafone sarà indubbiamente durissimo.

Nei sei mesi appena trascorsi i ricavi sono saliti del 3,5% a 7,1 miliardi e per fine anno la società prevede di generare 600 milioni di cassa e portare il debito a 7,5 miliardi.  In crescita anche il margine operativo lordo a 2,1 miliardi ossia + 9,4%. Quanto al contratto firmato che lega la società della rete, ossia FiberCop, alla Tim dei servizi la spiegazione è la seguente: l'affitto della rete costerà a Tim 1,3 miliardi oltre a 600 milioni di costi che Tim avrebbe comunque dovuto sostenere.

LEGGI ANCHE: Tim Servco, ricavi in aumento a 7,1 mld dopo lo scorporo della rete. Il titolo brilla a Piazza Affari

FiberCop acquista invece  da Tim servizi per circa 100 milioni. Stando così le cose in poco più di dieci anni Tim ridarà a FiberCop quanto ha pagato il suo maggior azionista, Kkr, per la proprietà della rete (18 miliardi). Dunque la vendita della rete non è proprio un affare d'oro anche perchè FiberCop ha ricavi per circa 4 miliardi e 2,3 miliardi di costi con  una marginalità  alta, quasi il 50%.

Il problema è che deve investire per ammodernare la rete circa 2 miliardi all'anno, quello che Tim non riusciva più a fare a causa del suo altissimo debito prima della cessione: circa 24 miliardi di euro. Il fondo Usa Kkr invece ha le spalle forti e dunque anche se nei primi anni non avrà utili ( ha già deciso investimenti nei prossimi 6  mesi per 1,4 miliardi) alla fine si ritroverà con un gioiello infrastrutturale da portare in Borsa o vendere al miglior offerente.

Non stupisce dunque se sulla vicenda della cessione rete si siano affollate alcune interrogazioni parlamentari da parte del Pd. Come già detto la via era però stretta visto l'alto debito e i tassi di interesse schizzati all'insù negli ultimi due anni. E quindi la vendita, in mancanza di un ultra consistente aumento di capitale pareva al management  l'unica via d'uscita. Ora la nuova Tim punta, oltre che sul Brasile che continua a crescere a buon ritmo, anche su Enterprise e sul cloud dove ha un contratto garantito che frutta 1 miliardo all'anno per i prossimi 13 anni.

Si tratta del contratto vinto con la gara per il Polo strategico nazionale sul quale pende una richiesta danni di Fastweb (che avrebbe vinto la gara poi assegnata a Tim per regolamento) nei confronti del governo. Labriola con gli analisti è ottimista su tutti i fronti e non vede una possibile guerra dei prezzi sulla telefonia fissa dove, ha sottolineato "Iliad ha aumentato le tariffe".  Mentre nel mobile la guerra continua tanto che Labriola ha spiegato che le performance della divisione consumer sono praticamente pari a 0 nonostante il numero di clienti: circa 30 milioni (10 nel fisso).

Tra le prossime mosse c'è la cessione di Sparkle e della quota che ancora detiene in Inwit per concentrare tutti gli sforzi sui business esistenti e raggiungere nuova massa critica. Tim infatti potrebbe fare qualche acquisizione come ad esempio Poste Mobile, ossia il primo operatore virtuale mobile che ha circa 5 milioni di clienti ed è anche l'unica divisione del gigante Poste Italiane ad aver visto negli ultimi risultati presentati, numeri in contrazione.

Poi c'è anche la possibile integrazione tra FiberCop e Open Fiber che, se realizzata, porterebbe nelle casse di Tim altri 2,5 miliardi. Da sottolineare comunque che il contratto di servizio per l'utilizzo della rete firmato da Tim con NetCo (oggi FiberCop) non prevede obblighi di pagamento per possibili clienti persi. Inoltre Tim potrà scegliere anche altri operatori infrastrutturati, vedi Open Fiber, per i servizi in fibra. Il titolo è salito del 2% circa, restando comunque sui minimi a 0,23 euro ad azione, ma il gioiello della corona, ossia la rete di accesso realizzata dell'ex-monopolista con le bollette del telefono (fisso) pagate dagli italiani, è perduta per sempre.



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