Cinema e libri, Elisa Fuksas presenta ad Affari il suo Nina - Affaritaliani.it

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Cinema e libri, Elisa Fuksas presenta ad Affari il suo Nina

Cinema e letteratura, due mondi che da sempre affascinano i grandi artisti come Elisa Fuksas, che passa dalla macchina da scrivere alla cinepresa con estrema professionalità dando vita a Nina, lungometraggio che ha segnato il suo esordio come regista, ma anche a La figlia di pubblicato da Rizzoli.
 
Il legame tra il mondo della letteratura e il grande cinema è l'argomento principale esplorato durante la giornata di giovedì 14 Maggio alle ore 17 agli UniVision Days, l'evento culturale promosso da UNIVIDEO con un ricco calendario di incontri e proiezioni aperte al pubblico.
 
Elisa Fuksas e Michele Rossi sono stati presenti dalle ore 17:00 per presentare il libro La Figlia di (Rizzoli, 2014).
 
La scrittrice si racconta in una intervista ad Affaritaliani.it...

Che cosa significa essere "la figlia di"?
In assoluto non ne ho idea, per me è una fortuna: amo profondamente i genitori che mi sono capitati. Mi hanno insegnato l'indipendenza e l'amore, soprattutto per l'intelligenza. Il resto direi che è decorazione. Il "problema" è il pregiudizio che nasce dall'idea di "chi sono prima di me". Comunque è chiaro che con un cognome conosciuto, già sentito, è più facile ottenere attenzione; la difficoltà è mantenere l'interesse e meritarselo; difficoltà che credo valga per tutti.

Che cosa significa scrivere un libro di questo tipo in Italia?
L'idea è di raccontare con una commedia, con una storia "leggera", una condizione che nel nostro paese è quasi categoria: quella dei FIGLI. In questo senso posso dire di non avere scritto un romanzo autobiografico. Sono tantissimi i giovani e gli pseudo giovani che in Italia non riescono ad emanciparsi e che per diverse ragioni sono costretti a restare nella tradizione della propria famiglia. In tanti casi addirittura in casa di mamma e papà. Il cambiamento è troppo rischioso. Gli Avvocati hanno figli avvocati, così come i medici, i notai, i farmacisti, i proprietari di ristoranti e bar…e questo prescinde dal successo dei genitori. D'altronde rivoluzionare uno stato di cose di questo genere è molto difficile; tra avere o non avere un lavoro la scelta è abbastanza ovvia. Purtroppo però insieme alla condizione di eterni figli non ci viene consegnata anche l'eterna giovinezza.

Perché questo libro è da cosa nasce?
Il romanzo nasce dall'incontro con l'editore, che dopo i miei tentativi di raccontare altre storie più neutre e più sicure, mi ha chiesto di fare uno sforzo di onestà e di semplicità, e quindi di uscire dalla mia zona di comfort. Questo romanzo è il primo risultato, spero di riuscire a farlo meglio nel prossimo.

La tua esperienza da regista invece? Ci racconta come vive il lancio di Nina?
Nina a dire la verità è uscito due anni fa! Forse la sua domanda è già la migliore risposta…? Spero nel prossimo film, una commedia tratta dal romanzo "la figlia di", di imparare a far parlare i personaggi, senza avere paura dei sentimenti, né della semplicità delle vicende umane.

Qual è la storia?
La storia di Nina è un'istantanea, anzi una polaroid -per essere un po' nostalgica e passatista come non sono- che inquadra una giovane donna intrappolata senza ragione in un'eterna adolescenza, infastidita da sé stessa, con poca capacità di immaginare il futuro, che grazie all'ironia e alla comicità che scopre di possedere il suo modo di stare. Tutto questo succede o non succede durante un'estate romana particolarmente vuota eppure significativa.

Come vive una donna che si divide tra cinema e scrittura?
Come un uomo? Almeno finché senza figli, come me…