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Con Caterina Parr si conclude la serie de “Le sei regine Tudor”

di Chiara Giacobelli

È in libreria per Beat Edizioni “Caterina Parr. L’ultima moglie”, che chiude la serie dedicata da Alison Weir alle sei spose di Enrico VIII

Una serie iniziata nel 2019 con Caterina d’Aragona e conclusasi nel 2022 con un’altra Caterina, la Parr. Alison Weir ci ha raccontato con pathos e al contempo fedeltà storica chi erano Le sei regine Tudor, in Italia pubblicate da Beat Edizioni (Neri Pozza).

È arrivato a chiudere il 2022 anche l’ultimo libro che compone la serie dedicata dalla scrittrice inglese Alison Weir a Le sei regine Tudor. Per chi avesse perso i capitoli precedenti li ricordiamo brevemente, tutti pubblicati in Italia da Beat Edizioni (Neri Pozza): Caterina d’Aragona. La vera regina (2019), Anna Bolena. L’ossessione del re (2019), Jane Seymour. La regina più amata (2020), Anna di Kleve. La regina dei segreti (2021), Caterina Howard. La regina scandalosa (2022). Infine eccoci giunti alla storia di Caterina Parr. L’ultima moglie, il cui tratto distintivo che salta subito all’occhio è quello di essere stata l’unica regina a sopravvivere a re Enrico VIII.

Le sei regine Tudor
 

Non ebbero infatti una vita facile e un destino felice le donne che si unirono a uno dei sovrani più controversi della storia britannica: ci fu chi venne allontanata dal regno e ripudiata (Caterina d’Aragona – che peraltro morì sola, dimenticata quasi da tutti – e Anna di Kleve), chi diede la vita per l’erede maschio tanto desiderato (Jane Seymour) e chi venne fatta uccidere dal re per motivi mai del tutto chiariti, a parte l’ovvio desiderio di sbarazzarsi della loro presenza ormai scomoda (Anna Bolena e Caterina Howard). Se è vero che l’ultima delle mogli, Catherine Parr, non è di certo la più ricordata dai posteri – in quanto non sortì mai su Enrico il fascino della Bolena, né visse la sua tragica fine –, si tratta tuttavia di una donna astuta, bravissima nell’imparare dagli errori di coloro che l’avevano tristemente preceduta e capace quindi di restare sempre a galla, senza grandi slanci amorosi, ma senza neppure perdere le grazie di un re ormai non più giovane e brillante.

Siamo nel 1517 quando la Weir inizia a raccontarci la storia di Caterina Parr, la cui vita fu costellata di lutti e sofferenza: orfana di padre all’età di soli cinque anni, venne fatta fidanzare appena sedicenne per volontà della madre e poco dopo data in sposa; non fu certo il matrimonio d’amore che sognava, ma la morte precoce del marito la gettò comunque nello sconforto e nel timore per il proprio futuro. Così, quando già trentenne eppure ancora bellissima, Catherine venne notata dal re, non le sembrò possibile contraddire il volere del sovrano: poco importava se lui aveva appena fatto uccidere la sua ultima moglie – Caterina come lei – e ne avesse destituite cinque in tutto; non contava neppure l’amore che la fanciulla provava per Thomas Seymour, fratello della defunta regina Jane, sul quale riponeva le sue ultime speranze di felicità. A un re non si può dire di no, specialmente se si tratta di Enrico VIII, ed è così che divenne la sua ultima sposa e regina.

La sfortuna e al contempo la fortuna della Parr fu la morte inaspettata del suo secondo marito, il 28 gennaio del 1547. Se da una parte Caterina si liberò dell’ingombrante presenza di un uomo che in realtà non aveva mai amato e riprese a sperare di ritrovare il suo Thomas, dall’altra il ruolo di regina senza un re si rivelò subito quanto mai spinoso e pieno di pericoli. È per questo che per la restante parte della sua vita Caterina non fece mai parola in merito alle sue vere tendenze religiose, sebbene riuscì comunque a dedicare del tempo agli scritti sacri e alla spiritualità. Muovendosi con circospezione e rischiando talvolta di essere a sua volta condannata – forse persino giustiziata – si dimostrò invece abbastanza scaltra, sempre evitando di uscire troppo dal selciato, ma conservando la propria natura indipendente e le sue passioni.

Una volta terminato di leggere il libro, vi mancheranno le avventure delle sei donne che sono passate alla storia per il semplice fatto di essersi legate al più celebre e discusso re inglese. Scrive The Guardian in merito all’autrice, che ha costruito tassello dopo tassello questa immensa opera di narrazione, immaginazione e ricerca storica: “Alison Weir è eccellente nel descrivere i piccoli dettagli che danno vita a un mondo”. E noi sappiamo bene che per descrivere un’epoca così lontana dalla nostra è necessario un lungo, approfondito e serio lavoro di studio sulle fonti storiche, sui documenti, sulle carte, sulle testimonianze. Anni di fatica che sono stati però ampiamente ripagati dal successo internazionale che la serie ha riscosso dal 2016 ad oggi.     

Caterina Parr. L'ultima moglie