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Elio Germano e Chiara Lagani, La mia battaglia: chi è libero di pensare?
Una feroce e allucinata narrazione che scuote le coscienze e lancia un segnale d'allarme: chi di noi può dirsi libero di pensare con la propria testa?
Elio Germano e Chiara Lagane ancora insieme per lanciare un segnale d’allarme sul tema della libertà di pensiero, o meglio: della reale capacità di ognuno di noi di pensare con la propria testa. Dopo lo spettacolo teatrale che ha raccolto tanto successo, i contenuti vengono rielaborati e proposti nel libro edito da Einaudi La mia battaglia.
L'idea di base è quella di "mettersi dalla parte del male" racconta Lagane a Il mattino. "La nostra riflessione congiunta si è orientata a partire dal ‘Mein Kampft’ di Hitler, studiato, manipolato, reso più discorsivo possibile, mescolato con immagini ed espressioni diverse".
Un attore, forse un comico, durante uno spettacolo di intrattenimento entra in scena dal fondo della platea e con un sorriso complice coinvolge tutti i presenti in quella che pare una riflessione sulle questioni che affliggono la società civile.
"Lo spettatore doveva essere preso alla sprovvista" continua Lagane. "L’entrata in scena del popolare Germano che si presenta come se stesso, suscita immediata fiducia. Così, quasi per caso, inizia a parlare di corruzione, della deriva della politica e del lavoro che manca, tutti temi condivisibili. A poco a poco, però, il ‘registro’ linguistico cambia e il pubblico si trova a essere inorridito da quanto poco prima stava invece applaudendo".
Piano piano tra appelli alla necessità di resuscitare una società agonizzante, slogan politici sul senso di comunità e sulla meritocrazia, proclami sulla patria e sulla sicurezza, quell’uomo, in un crescendo di autocompiacimento, porterà l’uditorio a una sorprendente conseguenza finale, mostrando come la seduzione autoritaria nasconda un raffinato congegno ideologico, uno strumento persuasivo vorace di consenso, che inganna la logica, manipolandola.
Con un ritmo serrato, un meccanismo perfetto e volutamente provocatorio, Elio Germano e Chiara Lagani ci trascinano in una narrazione avvolgente e disturbante, facendoci vivere un incubo a occhi aperti, tanto piú inquietante perché non cosí lontano dalla realtà.