Malattie rare

Roche: Emicizumab è stato approvato anche in Italia per l'Emofilia A

Arriva la rimborsabilità per la nuova indicazione: il trattamento di persone con Emofilia A grave senza inibitori del fattore VIII

Anche in Italia arriva la rimborsabilità per la nuova indicazione di emicizumab, il primo anticorpo monoclonale umanizzato bispecifico indicato per il trattamento di routine degli episodi emorragici in pazienti con emofilia A e inibitori del fattore VIII.

Con l’avvicinarsi della XVI Giornata Mondiale dell'emofilia, che si svolgerà il 16 aprile 2020 per sensibilizzare
l’opinione pubblica rispetto alle principali conseguenze della patologia e sui disturbi della coagulazione, Roche comunica che emicizumab è rimborsato anche per la profilassi degli episodi di sanguinamento in adulti e bambini affetti da emofilia A grave senza inibitori del fattore VIII.

In Europa, il farmaco era già stato approvato per questa indicazione e ora è stato rimborsato anche in Italia con diverse frequenze di somministrazione (una volta a settimana, ogni due settimane od ogni quattro settimane).

L’emofilia A è una malattia rara ed ereditaria del sangue caratterizzata dal deficit del “fattore VIII” – proteina necessaria al corretto funzionamento del processo di coagulazione del sangue – che colpisce circa 4.000 persone in Italia, di cui il 40-50% circa presenta una forma grave della malattia.

“Si tratta di un notevole passo avanti nell’offerta terapeutica per i pazienti con emofilia A, portandola a livelli unici di eccellenza nell'ambito delle malattie rare. Tale approvazione ora potrà rappresentare una svolta anche in termini pratici contribuendo a portare significativi vantaggi anche alle persone che vivono con emofilia A grave senza inibitori, che rappresentano peraltro una percentuale maggiore di pazienti – ha dichiarato il Prof. Giancarlo Castaman, direttore del Centro Malattie Emorragiche e della Coagulazione, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze –  Gli studi registrativi HAVEN 3 e HAVEN 4 hanno mostrato come la terapia con emicizumab riduca in misura significativa i sanguinamenti non solo rispetto al trattamento on-demand ma anche mediamente rispetto alla precedente profilassi tradizionale con fattore VIII. Aspetto inoltre importante è l'assenza di eventi avversi significativi. Ancora una volta si dimostra che la ricerca nell’ambito dell’emofilia ha raggiunto dei livelli straordinari in termini di efficacia e sicurezza”.

Il trattamento principale dell’emofilia A è rappresentato infatti dalla somministrazione del fattore VIII: il sistema immunitario, in alcuni casi, potrebbe riconoscere come estraneo il fattore VIII somministrato per curare l’emofilia e produrre contro di esso degli anticorpi, chiamati anche inibitori. In questo senso emicizumab rappresenta un’importante innovazione nell’ambito delle terapie per l’emofilia A, avendo risposto ad un elevato bisogno terapeutico sia per pazienti con inibitori del Fattore VIII, sia oggi per pazienti con patologia grave senza inibitori.

Dallo studio HAVEN 3 infatti, condotto su soggetti affetti da emofilia A senza inibitori del fattore VIII, nell’ambito di un confronto prospettico intrapaziente, emerge come la profilassi con emicizumab ogni settimana abbia dimostrato una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari al 68% rispetto alla precedente profilassi con fattore VIII. Nello studio HAVEN 4 condotto su soggetti affetti da emofilia A con e senza inibitori del fattore VIII, emicizumab somministrato ogni quattro settimane ha evidenziato un controllo clinicamente rilevante dei sanguinamenti.

“La nuova indicazione per emicizumab consente di avere disponibile in Italia per la prima volta una nuova classe terapeutica per il trattamento di persone con emofilia A grave senza inibitori. Emicizumab, come dimostrato proprio dagli studi clinici, rappresenta una soluzione allo stesso tempo efficace e innovativa che apre nuove opportunità anche in termini di qualità della vita per i pazienti che vivono con emofilia A grave – spiega Flora Peyvandi, Professore ordinario di Medicina Interna, Università degli studi di Milano – Si tratta infatti di una soluzione in grado di controllare efficacemente i sanguinamenti e che può essere somministrata, secondo le necessità cliniche, una volta a settimana, ogni due settimane od ogni quattro settimane per via sottocutanea: proprio questi aspetti vanno incontro ai principali bisogni nell’ottica di un miglioramento complessivo della quotidianità dei pazienti e dei loro familiari, garantendo una protezione
costante".   

In questo nuovo scenario per i pazienti che vivono con Emofilia A severa, la voce delle associazioni dei pazienti esprime soddisfazione: “Registriamo con favore questo ampliamento dell’accesso alle cure, che va ad accrescere ulteriormente le opzioni terapeutiche oggi a disposizione dei nostri clinici nella cura dei tanti pazienti che vivono con una forma grave di emofilia – ha dichiarato Cristina Cassone, Presidente FedEmo – i pazienti potranno infatti trarre benefici da questa possibilità terapeutica, con positivi riflessi anche sul fronte della loro qualità di vita”.

"Per tutti i pazienti che vivono con emofilia A grave si tratta di un’importante novità terapeutica poiché consente dei significativi miglioramenti nella qualità della vita quotidiana non solo dei pazienti ma anche dell’intero contesto familiare - spiega Andrea Buzzi, Presidente di Fondazione Paracelso -  I pazienti grazie a questa soluzione terapeutica infatti non dovranno più sottoporsi a trattamenti frequenti, anche più di uno nell’arco della stessa settimana, con tutti i disagi che questo comporta, ma potranno riadattare alcuni aspetti della loro vita avendo la possibilità di sottoporsi a una terapia meno invasiva e più circoscritta nel tempo. L’approvazione anche in Italia, che pur rappresenta un enorme passo avanti per garantire a tutti i pazienti italiani l’accesso alla terapia, però non basta: occorre infatti e ci auguriamo che la terapia possa essere adesso prescrivibile in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale per chi vive ogni giorno con questa patologia rara”.

Il lungo percorso di studi e sperimentazioni che ha coinvolto emicizumab, ne ha dimostrato il grande potenziale terapeutico per la salute pubblica e il profilo altamente innovativo che gli hanno valso l’approvazione anticipata da parte dell’EMA (European Medicines Agency), cui si è aggiunta la designazione di farmaco innovativo da parte di AIFA e, infine, come pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l’approvazione per la nuova indicazione anche per la profilassi degli episodi di sanguinamento in adulti e bambini affetti da emofilia A grave senza inibitori del fattore VIII.
 
“La rimborsabilità in Italia della nuova indicazione di emicizumab anche per la profilassi degli episodi di sanguinamento in adulti e bambini affetti da emofilia A grave senza inibitori del fattore VIII si inserisce nel percorso del nostro costante impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative, che possano portare valore ai pazienti e ai medici, un obiettivo per noi prioritario – dichiara Anna Maria Porrini, Direttore medico Roche Italia. – Lo sguardo di Roche è sempre teso verso un progresso costante, nell’ottica di essere come sempre, e sempre di più, leader di un positivo cambiamento anche in termini di sostenibilità”.

HAVEN 3 (NCT02847637)
HAVEN 3 è uno studio di fase III randomizzato, multicentrico e in aperto volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica della profilassi con emicizumab rispetto a nessuna profilassi (trattamento episodico/on-demand con fattore VIII) in soggetti affetti da emofilia A senza inibitori del fattore VIII. Lo studio ha incluso 152 pazienti con emofilia A (di età uguale o superiore a 12 anni) che erano stati precedentemente sottoposti a terapia con fattore VIII in regime episodico o di profilassi. I pazienti precedentemente trattati con fattore VIII in regime episodico sono stati randomizzati in rapporto 2:2:1 alla profilassi con emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per quattro settimane, seguiti da 1,5 mg/kg/settimana per almeno 24 settimane (Braccio A), alla profilassi con emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per quattro settimane, seguiti da 3 mg/kg/2 settimane (Braccio B) per almeno 24 settimane o a nessuna profilassi (Braccio C) per almeno 24 settimane.
I pazienti precedentemente trattati con fattore VIII in regime di profilassi sono stati sottoposti a profilassi con emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per quattro settimane, seguiti da 1,5 mg/kg/settimana fino alla fine dello studio (Braccio D). Il protocollo consentiva di trattare i sanguinamenti insorti in corso di terapia con fattore VIII in regime episodico. Lo studio HAVEN 3 ha soddisfatto l’endpoint primario e i principali endpoint secondari. I dati ottenuti nello studio hanno evidenziato quanto segue:
● La profilassi con emicizumab ogni settimana od ogni due settimane ha ridotto i sanguinamenti trattati rispettivamente del 96% (RR = 0,04; p < 0,0001) e del 97% (RR = 0,03; p < 0,0001) rispetto a nessuna profilassi.
● Il 55,6% (intervallo di confidenza [IC] al 95%: 38,1; 72,1) dei soggetti trattati con emicizumab ogni settimana e il 60% (IC al 95%: 42,1; 76,1) dei soggetti trattati con emicizumab ogni due settimane hanno manifestato zero sanguinamenti trattati, contro lo 0% (IC al 95%: 0,0; 18,5) dei soggetti non sottoposti ad alcuna profilassi.
● La profilassi con emicizumab ogni settimana od ogni due settimane ha ridotto i sanguinamenti a carico delle articolazioni bersaglio trattati rispettivamente del 95% (RR = 0,05; p < 0,0001) e del 95% (RR = 0,05; p < 0,0001) rispetto a nessuna profilassi.
● La profilassi con emicizumab ogni settimana od ogni due settimane ha ridotto tutti i sanguinamenti rispettivamente del 95% (RR = 0,05; p < 0,0001) e del 94% (RR = 0,06; p < 0,0001) rispetto a nessuna profilassi.
● Come evidenziato in un confronto intrapaziente su soggetti precedentemente arruolati in uno studio prospettico non interventistico, la profilassi con emicizumab ogni settimana ha dimostrato una riduzione statisticamente significativa dei sanguinamenti trattati pari al 68% (RR = 0,32; p < 0,0001) rispetto alla precedente profilassi con fattore VIII.
● In base ai dati aggregati del programma di fase III HAVEN (n = 373), le reazioni avverse più comuni verificatesi in almeno il 10% dei soggetti trattati con emicizumab sono state le reazioni in corrispondenza della sede di iniezione (20%), il dolore articolare (artralgia; 15%) e il mal di testa.

HAVEN 4 (NCT03020160)
HAVEN 4 è uno studio di fase III multicentrico, in aperto e a braccio singolo volto a valutare l’efficacia, la sicurezza e la farmacocinetica (PK) della somministrazione sottocutanea di emicizumab ogni quattro settimane. Lo studio ha incluso 48 pazienti (di età uguale o superiore a 12 anni) affetti da emofilia A con o senza inibitori del fattore VIII, precedentemente trattati con fattore VIII o agenti bypassanti al bisogno o in profilassi. Lo studio è stato condotto in due parti: un run-in PK e una coorte di espansione. Tutti i pazienti nel run-in PK (n = 7) erano stati precedentemente trattati al bisogno e hanno ricevuto emicizumab per via sottocutanea a una dose di 6 mg/kg allo scopo di caratterizzare appieno il profilo farmacocinetico di quattro settimane dopo la singola dose, seguita da 6 mg/kg ogni quattro settimane per almeno 24 settimane. Nella coorte di espansione (n = 41), i pazienti affetti da emofilia A con inibitori del fattore VIII (n = 5) e senza inibitori del fattore VIII (n = 36) sono stati sottoposti a profilassi con emicizumab per via sottocutanea a 3 mg/kg/settimana per quattro settimane, seguiti da 6 mg/kg ogni quattro settimane per almeno 24 settimane. Il protocollo di studio consentiva di trattare i sanguinamenti insorti in corso di terapia con fattore VIII o agenti bypassanti in regime episodico, a seconda dello stato degli inibitori del fattore VIII del paziente.
Nello studio HAVEN 4, il 56,1% (IC al 95%: 39,7; 71,5) dei soggetti con o senza inibitori del fattore VIII sottoposti a profilassi con emicizumab ogni quattro settimane ha manifestato zero sanguinamenti trattati.

Emicizumab
Emicizumab è un anticorpo bispecifico diretto contro il fattore IXa e il fattore X. È stato concepito per avvicinare i fattori IXa e X, che sono le proteine necessarie per attivare la naturale cascata della coagulazione e ripristinare il processo di coagulazione del sangue nei soggetti affetti da emofilia A. Emicizumab è un trattamento profilattico (preventivo) che può essere somministrato sotto forma di soluzione pronta all’uso da iniettare al di sotto della pelle (per via sottocutanea) una volta a settimana, ogni due settimane od ogni quattro settimane. Emicizumab è stato ideato da Chugai Pharmaceutical Co., Ltd. ed è sviluppato congiuntamente a livello internazionale da Chugai, Roche e Genentech. È commercializzato negli Stati Uniti da Genentech come emicizumab-kxwh; il suffisso kxwh è stato stabilito in conformità con la Linea guida della denominazione non proprietaria dei prodotti biologici per l’industria, rilasciata dalla Food and Drug Administration statunitense.

L’emofilia A
L’emofilia A è una grave patologia ereditaria caratterizzata da un’insufficienza della coagulazione, che determina sanguinamenti incontrollati e spesso spontanei. L’emofilia A interessa più o meno 320.000 persone in tutto il mondo, di cui il 40-50% circa presenta una forma grave della malattia. Le persone affette da emofilia A soffrono della mancanza, totale o parziale, di una proteina della coagulazione chiamata “fattore VIII”. Nei soggetti sani, in caso di sanguinamento, il fattore VIII agisce da cofattore per i fattori della coagulazione IXa e X, determinando un passaggio fondamentale per la coagulazione del sangue e quindi l’arresto dell’emorragia. A seconda della gravità della patologia, le persone affette da emofilia A possono manifestare sanguinamenti frequenti, soprattutto a livello delle articolazioni o dei muscoli.
Questi sanguinamenti possono costituire motivo di forte preoccupazione per la salute, in quanto causano spesso dolore e possono comportare gonfiore cronico, deformità, mobilità ridotta e danno articolare a lungo termine. Una grave complicanza del trattamento è rappresentata dallo sviluppo di inibitori del fattore VIII. Gli inibitori sono anticorpi sviluppati dal sistema immunitario dell’organismo che si legano al prodotto sostitutivo del fattore VIII e ne contrastano l’efficacia, [6] rendendo difficile, se non impossibile, ottenere un livello di fattore VIII sufficiente a controllare il sanguinamento.

L’impegno di Roche nelle malattie rare e nell’emofilia
Per Roche l’impegno nelle malattie rare non è una questione di numeri ma di persone: ogni singola malattia rara colpisce un numero ristretto di pazienti, ma nel loro complesso l’incidenza e l’impatto a livello sociale sulla popolazione e su tutti gli attori interessati è davvero significativo. In particolare, nell’ambito dell’emofilia Roche sta contribuendo a cambiare lo scenario terapeutico di questa patologia con soluzioni d’avanguardia. La ricerca scientifica ha portato allo sviluppo di Emicizumab, un anticorpo monoclonale bispecifico, che mima l’azione del FVIIIa legandosi al fattore IXa e al fattore X, proteine necessarie per attivare la naturale cascata della coagulazione, promuovendo l’attivazione del Fattore X in Fattore Xa, ripristinando così il normale processo di coagulazione del sangue.
Secondo gli studi la profilassi con emicizumab ha determinato una riduzione del tasso di sanguinamenti dell’87% rispetto al trattamento episodico con trattamenti bypassanti e del 79% del rischio di sanguinamenti rispetto alla profilassi con questi ultimi. Grazie all’importante innovazione terapeutica che ha rappresentato, ha ottenuto un’approvazione anticipata dall’ente EMA (European Medicines Agency) a cui si è aggiunto il riconoscimento da parte di AIFA di farmaco innovativo e il conseguente obbligo di garantirne l’immediato accesso a livello regionale.
Roche è inoltre impegnata nel promuovere varie iniziative con l’obiettivo di creare collaborazioni di valore con tutti gli interlocutori del sistema salute e garantire una migliore qualità di vita alle persone con emofilia e alle loro famiglie