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ADCI, Diaferia chiede quattro espulsioni
Diaferia chiede l’espulsione da ADCI di Guastini, Iabichino, Grazioli e Montieri: “In associazione hanno diffamato me e gettato discredito sul Club.”
I soci ADCI Massimo Guastini, Paolo Iabichino, Laura Grazioli e Daniela Montieri sono stati deferiti lo scorso 14 marzo ai probiviri da Pasquale Diaferia. Le accuse sono di diffamazione, slealtà e scorrettezze nei confronti di altri soci, e comportamenti che hanno gettato discredito sull'ADCI (ai sensi degli articoli 4.1.3 e 4.1.5 dello Statuto Sociale), con l’aggravante dei comportamenti reiterati nel tempo e della importanza del ruoli apicali nel club degli stessi soggetti (Guastini past president, Grazioli Ambassador a Bologna, Iabichino candidato Presidente e Montieri candidata Ambassador).
Il deferimento recita: “Vista la gravità e l'organizzazione associativa dei comportamenti diffamatori e di minaccia, oltre alla importanza delle figure all'interno del Club, sono a richiedere la massima durezza nell'intervento sanzionatorio.”
Senza giri di parole, Diaferia ha chiesto, ai sensi dell’articolo 7.1.4, l'espulsione dall'associazione dei quattro soci, “per avermi diffamato, e diffuso falsità sul mio conto, accusandomi di essere dedito a comportamenti al di fuori della legge e della morale, ... e ad aver diffuso questa laida voce in forma privata a più soci e non soci, con l'intento di danneggiarmi personalmente e rovinare la mia reputazione di professionista, guadagnata in oltre 35 anni di lavoro da copywriter,dirigente di multinazionali e imprenditore”.
Nel ricorso presentato al collegio disciplinare, vi è un secondo capo di accusa, ancora più grave, perchè i deferiti avrebbero danneggiato, con i loro comportamenti offensivi, la credibilità di ADCI ed in particolare alcuni dei dirigenti più conosciuti. Inoltre, Iabichino e Guastini hanno minacciato Diaferia, pubblicamente e in in forma scritta, di allontanarlo dal club, permettendosi di prendere o evocare a loro provvedimenti nei confronti di un socio, senza rispettare organi e procedure statutarie, necessarie proprio per mantenere intatto il principio che ogni socio ha pari valore e dignità nell'associazione.
Sull'apparato probatorio e testimoniale, Diaferia non si esprime: “Devo ovviamente rispettare il ruolo dei Probiviri e la riservatezza che merita questo procedimento.”
Però ha svelato il duro paragrafo finale del ricorso: “Mi affido alla vostra competenza, serietà, correttezza, e al fatto ci sia una donna del collegio dei probiviri. Probabilmente per Lei sarà più facile capire quanto fastidio, dolore e rabbia io abbia provato nello scoprire che alcuni soci del club dei migliori creativi italiani, quelli che dovrebbero dare l'esempio dal punto di vista etico nell'esercizio di questa professione pubblica e popolare, si siano disti