Nel giorno del suo ventunesimo compleanno, si potrebbero dire e scrivere tante cose di un'esperienza editoriale controcorrente, impegnativa e complessa come Affaritaliani.it: l'intuizione forte originaria, il cammino rimasto a lungo solitario, lo scetticismo dei misoneisti, il fascino dell'innovazione nella tattica e nella strategia ma anche nelle piccole e grandi prassi quotidiane, l'analisi del contesto competitivo sempre mutevole, i cambiamenti necessari nell'organizzazione redazionale, l'invenzione dei nuovi format e dei nuovi linguaggi, la formazione dei collaboratori in funzione delle nuove competenze richieste, l'impresa editoriale leggera, il modello di business enigmatico, la lontananza e il distacco dei pubblici poteri, la ricerca faticosa dell'equilibrio economico e finanziario, la religione civile dell'indipendenza e dell'autonomia, la passione e i sacrifici, la scommessa e le soddisfazioni, i pianti e le gioie.
Quanta roba...da richiedere un intero libro (che magari un giorno scriverò quando sarò meno coinvolto e più distaccato, ad uso di nuovi giovani aspiranti giornalisti-editori).
Qui, in questo piccolo spazio rievocativo, breve come impone lo stile veloce di Internet, voglio ringraziare i lettori vecchi e nuovi, i nostri unici padroni, che ci sono stati fedeli in questi anni e hanno compreso e sostenuto il nostro progetto.
Assicurando loro che pur cambiando tutti i giorni, come è richiesto dallo spirito dei tempi e dalla pervasività della rivoluzione digitale di cui siamo attori, noi resteremo ancorati alla nostra bussola di sempre, ossia ai nostri valori del giornalismo doc e alle logiche rigorose dell'editore puro.
Convinti da sempre, e oggi più che mai che nell'epoca della iper-comunicazione diffusa, del frastuono non sempre benefico dei social, delle manipolazioni quotidiane della verità (vedi da ultimo il caso Renzi-Consip), solo un giornale autenticamente indipendente, senza conflitti d'interesse, legami incestuosi e appartenenze ingombranti, intrecci sotterranei e partigianerie aprioristiche, può garantire la completezza e l'obiettività dell'informazione, cardine di quella società aperta di Karl Popper a cui abbiamo orientato la nostra vita e il nostro operato.
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