MediaTech

AgCom, cresce il digitale. Ma la banda larga è in ritardo

Cresce il digitale, con la pubblicità online (+7%) capace di assorbire il 10% dei ricavi del SIC. I mezzi “classici” (radio, tv e stampa) hanno bruciato 2 miliardi di euro nel giro degli ultimi 5 anni. Il sistema della coumunicazione fa intravedere segnali di una inversione di tendenza, ma pesa ancora il grave ritardo della banda larga. Sono i i rilievi dell'Autorità garante nelle comunicazioni

Negli ultimi cinque anni in Italia si e' registrata una progressiva riduzione dei ricavi nel settore dell'informazione: i media "classici" (quotidiani, tv, radio) hanno complessivamente perso quasi 2 miliardi di euro, con una riduzione pari al 16% nel periodo 2010-2014, con punte superiori al 30% nel caso dei quotidiani. Ed e' un effetto della digitalizzazione sull'editoria. Lo dice l'Autorita' garante nelle comunicazioni nella sua relazione annuale al Parlamento, illustrata oggi dal presidente Angelo Marcello Cardani nella Sala della Regina di Montecitorio. Viene sottolineato che a fronte delle opportunita' offerte al sistema delle comunicazioni elettroniche dai nuovi bisogni e dalle nuove modalita' di consumo, la digitalizzazione ha effetti in controtendenza sulla domanda di servizi tradizionali di comunicazione e informazione, primi tra tutti i prodotti editoriali e i servizi postali.

La quota del canone Rai passa dal 7,5% all'8,7% mentre la raccolta pubblicitaria subisce una flessione di un punto percentuale. Negli altri mercati del SIC perde una quota significativa dei ricavi il settore dell'editoria (-6% nel periodo 2010-2014) e crescono i ricavi della televisione a pagamento (+4%) e la raccolta pubblicitaria online (+7 punti, arrivando ad assorbire il 10% dei ricavi complessivi del SIC). La relazione aggiunge che l'Autorita' e' coinvolta nel governo del sistema dei media audiovisivi in due principali aree di intervento: la promozione del mercato unico europeo dei servizi audiovisivi e delle opere europee, e la tutela del pluralismo sia nei termini di accesso ai media, sia nei termini di vigilanza e contrasto della costituzione di posizioni dominanti. Sotto il primo profilo, l'Agcom nell'anno appena trascorso ha approfondito il problema dell'adeguatezza della regolamentazione esistente rispetto all'evoluzione del mercato.

Risponde a questa esigenza l'Indagine conoscitiva "TV 2.0 nell'era della convergenza". Dagli studi condotti emerge come il processo di evoluzione tecnologica in atto vada nella direzione di un superamento della distinzione tra comunicazioni elettroniche e media audiovisivi e della necessita' di una sostanziale riforma del quadro normativo nazionale. E nell'ottica proprio di approfondire il tema della produzione audiovisiva europea e indipendente, l'Autorita' ha avviato un'indagine conoscitiva che, alla luce dei rilevanti cambiamenti di scenario determinati dallo sviluppo delle nuove tecnologie e dal conseguente ampliamento dell'offerta televisiva, si propone finalita' ricognitive delle condizioni strutturali del settore al fine di valutare l'adeguatezza e la coerenza dell'attuale quadro normativo, sia dal lato dei soggetti su cui grava l'obbligo di produzione sia da quello dei beneficiari della promozione delle opere e dei prodotti culturali europei e nazionali. Sotto il profilo del pluralismo, l'Autorita' ha avviato il procedimento di identificazione dei mercati all'interno del SIC attraverso gli strumenti e i criteri tipici dell'analisi della concorrenza. E procedera' successivamente "alla verifica dell'esistenza di eventuali posizioni dominanti ed alla valutazione di possibili rimedi".