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Apple campione di elusione: un tesoro nei paradisi fiscali
I 500 gruppi americani più potenti hanno depositato più di 2 mila miliardi nei paradisi fiscali. E a guidare la classifica è Apple (con 181,1 miliardi di dollari), seguito da General Electric e Microsoft.
Lo afferma un report di Citizens fot tax justince. Una “tesoro” che, nel caso della Mela, è aumentato di 70 miliardi nel giro di un solo anno. Ecco perché il senatore repubblicano John McCain ha definito il gruppo di Cupertino “un manipolatore” anti-fisco. Non si tratta di una opinione: grazie alle scappatoie utilizzate per dribblare le imposte a livello globale, Apple avrebbe risparmiato nel 2014 60 miliardi e pagato solo il 2% di tasse sui profitti.
Anche Microsoft ha fatto crescere la sua “riserva” nei paradisi fiscali. Nel 2014 ha eluso 34,5 miliardi e pagato appena il 3% di imposte.
Al di là dei casi isolati, si tratta di un fenomeno in espansione: tra il 2008 e il 2014, i 500 gruppi americani più ricchi hanno raddoppiato i fondi detenuti nei paradisi fiscali. Basta una sede fittizia alle Bermuda o alle Isole Cayman e il gioco è fatto. Una furbata che al fisco americano costerebbe almeno 90 miliardi. Con ripercussioni su tutti i Paesi nei quali le multinazionali operano. Anche perché, per sfuggire al fisco, non servono isolotti dei Caraibi. Basta anche l'Irlanda.