MediaTech
Tv, Auditel: 380 canali rilevati in Italia. Allarme Intelligenza Artificiale
Tv: Auditel, non solo Netflix, sul mercato streaming operano 27 diverse piattaforme
Ascolti tv: Auditel, in Italia 120 mln di schermi di cui 97 mln connessi
Televisori sempre più grandi. Contenuti sempre più ricchi. Competizione sempre più aspra. È il quadro del mercato Tv che emerge dalla relazione annuale al Parlamento '70 anni di tv, 40 anni di auditel: il ruolo dei Jic nel nuovo scenario mediale' che il presidente di Auditel, Andrea Imperiali, ha tenuto stamane alla Camera dei deputati. Partendo dal doppio compleanno della televisione e della società che ne rileva gli ascolti, Imperiali esamina i radicali cambiamenti intervenuti (e in corso) sul mercato TV e individuato le prospettive - e anche i pericoli - di una sfida sempre più globalizzata fra i soggetti in campo.
La Ricerca di base Auditel certifica che rottamati 40 milioni di apparecchi con tubo catodico, oggi l’Italia è popolata da ben 120 milioni di schermi digitali, di cui oltre 97 milioni connessi. "Proprio la moltiplicazione degli schermi ha segnato, negli anni, il passaggio dalla visione prevalentemente lineare di contenuti integrali, ovvero nel loro formato originale, alla visione on demand di contenuti prevalentemente frammentati", afferma Imperiali che aggiunge: "Contestualmente c’è stato anche il passaggio – graduale - da una fruizione tipicamente condivisa (con la famiglia riunita davanti al cosiddetto “focolare domestico”) ad una visione, invece, marcatamente individuale, personalizzata, tipicamente fruita in mobilità".
Ascolti tv: Auditel, cresce la concorrenza, da 7 a 380 canali rilevati
Si è passati dalle 7 storiche emittenti ai 380 canali tv di oggi. È quanto emerge dalla relazione annuale al Parlamento del presidente di Auditel, Andrea Imperiali '70 anni di tv, 40 anni di auditel: il ruolo dei Jic nel nuovo scenario mediale'. Nell'arco di 40 anni, afferma Imperiali, "anche per Auditel sono intervenuti molti cambiamenti, ma sempre a partire da un punto fermo: la società, infatti, ha da subito adottato, consolidandolo nel tempo, il modello di governance riconosciuto come il più evoluto a livello internazionale, ovvero il Joint industry committee (Jic), organismo a controllo incrociato che riunisce tutte le componenti del mercato televisivo (i broadcasters, gli investitori pubblicitari, le agenzie e i centri media)".
"La maggioranza del Consiglio di amministrazione - spiega il presidente Auditel - è costituita dalla componente mercato, mentre i soggetti rilevati svolgono un ruolo prevalentemente di controllo e vigilanza. Una scelta che è divenuta lo “standard” negli altri Paesi europei e che a breve potrebbe essere adottata anche negli Stati Uniti. Per anni e anni si è temuto che i sistemi di rilevazione potessero cristallizzare la competizione e blindare le posizioni dominanti. È accaduto esattamente il contrario".
"Auditel e le sue consorelle (italiane e europee) hanno contribuito al costante allargamento del mercato e alla crescita plurale dell’offerta di contenuti. E, infatti, nell’arco temporale che va dalla storica liberalizzazione delle trasmissioni via etere - sancita il 28 luglio 1976 dalla Corte Costituzionale e dal quadro normativo che ne conseguì – a oggi, passando per lo storico switch off del 2012, la concorrenza è cresciuta vertiginosamente: alle 7 storiche emittenti pubbliche e private se ne sono aggiunte ben 373, per un totale di 380 canali Tv oggi rilevati da Auditel", conclude Imperiali.
Tv: Auditel, non solo Netflix, sul mercato streaming operano 27 diverse piattaforme
Nel 2012 c'era solo Netflix. Oggi sul mercato globale dello streaming operano 27 diverse piattaforme. È quanto emerge dalla relazione annuale al Parlamento del presidente di Auditel, Andrea Imperiali '70 anni di tv, 40 anni di auditel: il ruolo dei Jic nel nuovo scenario mediale'. L’eccesso di offerta, spiega Imperiali, "non potrà che spingere verso una fase di consolidamento e concentrazione, dinamica destinata a rafforzare ulteriormente la dimensione egemonica di pochi soggetti globali che già dispongono di dimensioni di scala impressionanti e sono in rotta di collisione con gli operatori europei".
Per questo, secondo il presidente Auditel, "va urgentemente completato, in logica di trasparenza, equità e soprattutto sostenibilità, il quadro regolatorio dell’Unione in un settore cosi delicato per l’interesse generale. A cominciare dai non più tollerabili paradisi fiscali europei, che alterano la concorrenza, frenano l’innovazione e allargano il divario finanziario fra i giganti globali e gli attori continentali. E, tenuto conto della velocità cui viaggia, non possiamo permetterci di compiere con l’intelligenza artificiale gli stessi errori, gli stessi ritardi, gli stessi vuoti legislativi che hanno caratterizzato la crescita e lo sviluppo disruptive del settore digitale”.
Ai portatrice di nuovi disequilibri
"Tanto più avendo la consapevolezza che le leve dell’intelligenza artificiale sono nelle mani degli stessi giganti tecnologici già oggi in posizione dominante a danno delle nostre imprese. Tanto più avendo la certezza che l’intelligenza artificiale è portatrice di nuovi disequilibri di mercato oltreché di rilevanti pericoli sul fronte della privacy. È un lavoro urgente e non più differibile - aggiunge Imperiali - Senza trasparenza, senza parità competitiva, senza equità fiscale è davvero inimmaginabile garantire a tutti i soggetti un reale level playing field, ossia la possibilità di competere nei 27 Paesi all’interno di un quadro legislativo unico, che protegga i consumatori, garantisca un uso etico e responsabile della tecnologia e includa – naturalmente – anche i Jic”.
Tv: Barachini, 'nuova rivoluzione con l'Ia, servono regole uguali per tutti'
"La parte più strategica di questa relazione è il tema di una creazione di un campo di gioco comune che abbia regole certe, uguali per tutti e sicure. Siamo di nuovo in presenza di un'ennesima rivoluzione del sistema dei media che fa riferimento alle potenzialità dell'Intelligenza artificiale. Ma le regole uguali devono essere per tutti gli attori in campo, sia nazionali che stranieri". Lo afferma Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all'informazione e all'editoria, in occasione della relazione annuale Auditel 2024 "70 anni di tv, 40 anni di Auditel: il ruolo dei Jic nel nuovo scenario mediale", illustrata oggi alla Camera dei deputati.
Il recente passato, con l'avvento prima del web e poi dei social, secondo Barachini, "ci può insegnare molto perché, superata la prima fase di euforia ed entusiasmo, abbiamo capito che la distribuzione di un contenuto può superare la capacità e l'importanza di produrlo. E questo avviene in tutti i campi". E nel mondo dell'informazione "sta avvenendo una cosa che è ancora più complicata, ovvero l'abbassamento della qualità del contenuto".
Il governo, dunque, si sta interrogando su come governare l'intelligenza artificiale e Barachini spiega: "io sono un sostenitore del fatto che ogni innovazione deve essere accompagnata da un sistema di regole, che non devono assolutamente frenare lo sviluppo, la formazione, l'investimento e il futuro di un Paese. Ma è proprio la regola che consente di non far valere il diritto del più forte, che può dare vita ad uno sviluppo basato sull'uomo e sulla capacità di produrre benessere". Su questo fronte, racconta Barachini, "l'Europa come madre del diritto mondiale ha battuto un colpo e io mi auguro che anche il tema del diritto d'autore sia aiutato a livello europeo. Non sempre abbiamo fatto sistema ma oggi si respira un clima diverso: molti paesi hanno capito che non è più il momento degli interessi specifici ma di quelli comuni".
Tv: Ascani, 'usare IA anche in settore Auditel a beneficio cittadini'
"Nel momento in cui la televisione italiana compie 70 anni, nasce il regolamento sull’IA, che entra nel ‘diritto pubblico digitale europeo’. È un passo importantissimo, che abbiamo accompagnato in Parlamento con la presentazione del nostro rapporto. Tuttavia, l’IA non va solo regolata, va anche usata. E deve essere usata anche dai soggetti pubblici, come abbiamo iniziato a fare alla Camera, o dai soggetti privati, come Auditel, che perseguono un interesse collettivo, per colmare l’asimmetria di informazioni e mezzi con i grandi giganti dei mercati digitali". Lo ha detto Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati, nel corso dell'evento di presentazione della Relazione Annuale Auditel 2024. "Domani, come lo è stato ieri, sarà necessario informarsi e facilitare la formazione di coscienze e opinioni pubbliche. Ci sarà da rifuggire da facili e false informazioni e rivelare interessi nascosti. Ci sarà bisogno di programmi e contenuti di qualità, che apportino un valore. Le istituzioni devono garantire che il servizio pubblico e tutta l’industria televisiva possano essere in grado di accompagnare le persone e il Paese in questo sfidante percorso", ha aggiunto Ascani.