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Centinaio cita i fratelli Grimm. E infilza Giannini sulle favole di Andersen
Massimo Giannini confonde i fratelli Grimm con i "fratelli Anderson" dalla Merlino
Massimo Giannini è molto presente in TV, soprattutto di questi tempi di governo giallo - verde e fa del suo meglio per mettersi in mostra, anche se ormai anche l’ennesimo tram della direzione di Repubblica è passato, anche stavolta, senza fermarsi.
Ieri sera, ad esempio, a L’aria che tira, condotto da Myrta Merlino (La 7) si è scatenato, facendosi del male da solo.
Stava parlando di un presunto voto di scambio tra Lega e Cinque Stelle, dell’autorizzazione sulla Diciotti e sulla Tav, insomma routine.
Ma ad un certo punto, il ministro dell’Agricoltura Gianmarco Centinaio lo infila in un clamoroso contropiede con Andersen e i fratelli Grimm che “quando scrivevano le loro favole non si potevano sindacare perché erano appunto favole”. Giannini incassa sorpreso e balbetta intimidito: come? Un leghista che nell’empireo elitario di Giannini rappresenta l’archetipo della rozzezza fatta politica lo infilza con la cultura? È confuso e tace.
La Merlino capisce l’imbarazzo e sportivamente applaude all’inaspettato exploit mentre Giannini non può far altro che incassare con un sorrisetto teso e nervoso.
Ma non è finita qui. Il bello deve ancora venire.
Giannini, che nel frattempo ha rimuginato su quanto accaduto e cerca il modo di vendicarsi della inaspettata citazione dotta, tenta di recuperare e qui si compie, nella sua spettacolarità involontaria, il disastro mediatico: “scusi, quindi nella favola dei fratelli Anderson il voto di scambio non esiste”. Al che il ministro replica prontamente: “Andersen, non Anderson che era un giocatore” e ancora Giannini: “Sì, sì, Andersen lo so chi sono i fratelli...”.
Peccato che, come rileva nuovamente Centinaio, non ci sono i “fratelli Andersen” ma i “fratelli Grimm, perché Anderson era uno solo”. Insomma disastro totale.
Giannini che è stordito come un pugile suonato e non sa più cosa dire, mentre la Merlino dà manforte a Centinaio, balbetta e incespica, cerca di glissare con il ministro, il rude valligiano supposto illetterato che si gode l’inaspettato trionfo culturale.