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Cioli, Mondardini, Treu: l'editoria è donna (senza quote rosa)

Donne al potere, senza quote rosa. Non sono servite norme di legge per portare alla guida di alcuni tra i maggiori gruppi editoriali Laura Cioli, Monica Mondardini e Donatella Treu. Non sono le sole donne-ceo in un panorama editoriale sempre più femminile.

Con una novità rispetto alle nomine di Stato contingentate. Non sono presidenti (ruolo importante ma meno operativo) ma tutte amministratore delegato. Hanno nelle proprie mani le redini dell'azienda.

L'ultima nomina è quella di Laura Cioli. L'ad di CartaSì succede a Pietro Scott Jovane e, da novembre, acquisirà pieni poteri in Rcs: sarà amministratore delegato e direttore generale. Entrata nel consiglio in primavera, adesso toccherà a lei destreggiarsi tra conti ancora in rosso e banche creditrici. 

Se il Corriere dovrà confrontarsi per la prima volta con una lei, da tempo il primo giornale italiano, La Repubblica, fa capo a un manager donna: Monica Mondardini è amministratore delegato di Cir (la holding di De Benedetti) dal 2013 e della controllata Gruppo editoriale l'Espresso dal 2009.

Tra le pioniere c'è anche Donatella Treu, alla guida del gruppo Sole24Ore dal 2010 dopo una lunga carriera ai vertici di Wolters Kluwer.

Quando si parla di donne ed editoria non si può omettere Marina Berlusconi, alla guida del gruppo Mondadori dal 2003. Ultimamente al centro delle cronache per l'espansione del comparto libri, Mondadori resta pur sempre l'editore di periodici come Chi, Grazia e Donna Moderna.

Tra le nuove leve c'è invece Cinzia Monteverdi, amministratore delegato de Il Fatto Quotidiano dal 2012. Monteverdi ha dovuto superare le resistenze iniziali di Travaglio e Padellaro, traghettato il giornale nell'avvicendamento tra i due direttori e studiato il dossier borsa.

La nuova onda rosa è arrivata anche in tv: il network del momento è Discovery, guidato da Marinella Soldi. Si era fatto il suo nome per la successione di Luigi Gubitosi per la poltrona di direttore generale della Rai. È stato scelto Antonio Campo Dall'Orto. Per la televisione pubblica, la “quota rosa” è destinata alla presidenza: ad agosto Monica Maggioni è succeduta ad Anna Maria Tarantola.