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Corsera, i giornalisti contro il dividendo agli azionisti annunciato da Cairo

"Abbiamo appreso con sorpresa che, nonostante la drammatica situazione in cui versa il Paese e la conseguente crisi economica che ci attende, il nostro editore ha deciso di proporre anche per quest’anno la distribuzione di un dividendo, per un esborso complessivo di oltre quindici milioni di euro", scrive il Cdr dell Corriere della Sera. 

"Riteniamo legittima la remunerazione del capitale di rischio, ma ci sono momenti in cui è necessario saperci rinunciare per il bene dell’azienda. Questo è uno di quei momenti, vista la paurosa situazione che attraversa l’Italia e il sicuro impatto sui conti di tutte le aziende editoriali, in particolar modo per quanto riguarda le entrate pubblicitarie.

Risulta inoltre incomprensibile dover constatare che l’annunciata distribuzione dei dividendi arrivi proprio mentre siamo alle battute finali di una trattativa con l’azienda che ha chiesto il prepensionamento di cinquanta colleghi. E negli stessi giorni in cui l’azienda avvia un massiccio piano smaltimento ferie per una redazione che, con grande fatica, sta riuscendo ogni giorno a garantire un’informazione di qualità sia sulla carta sia sul web".

"Al tavolo della trattativa tre giorni fa  - scrive ancora il Cdr del Corriere della Sera - abbiamo incontrato anche il presidente Urbano Cairo che ci ha rappresentato le difficili prospettive per i conti aziendali, chiedendo nuovi sacrifici alla redazione. Sacrifici che siamo pronti ad accettare con grande senso di responsabilità e anche perché la solidità dei conti Rcs ci fa stare in ansia. Forse più di quanto non sembri preoccupare il nostro editore.

Ripetiamo: nei momenti difficili, come quello che viviamo, un imprenditore non ha alcuna remora a rinunciare a qualcosa per salvaguardare l’azienda, che poi è la premessa di più solidi guadagni futuri. 

In questa fase quindici milioni, più che in dividendi, andrebbero spesi in investimenti per rafforzare il gruppo Rcs e il Corriere e affrontare in modo adeguato la profonda trasformazione che sta attraversando il settore dell’editoria".