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Dario Ballantini tra Striscia la Notizia e teatro: "Vannacci il più complicato da fare. Vasco? Ha due miei quadri. Quella volta che Morandi..."

Di Giordano Brega

“Lo Spettacolo di Ballantini”: l'attore va in scena al Teatro Manzoni, ma prima racconta 40 anni di carriera tra aneddoti e imitazioni ad Affaritaliani.it. "Valentino la mia svolta. Tutti si ricordano Vale Rossi malgrado...."

Dario Ballantini tra Striscia la Notizia e teatro: "Vannacci il più complicato da fare. Vasco Rossi? Ha due miei quadri. Quella volta che Gianni Morandi..." - L'intervista ad Affaritalitani.it

Attore/trasformista nel cuore del pubblico da sempre con i personaggi proposti a Striscia la Notizia, ma prima di tutto artista poliedrico, versatile e dal talento indiscutibile (dal cinema in Tv alla tv, passando teatro, senza dimenticare le opere come pittore e scultore): Dario Ballantini è pronto per il suo spettacolo evento, scritto da lui, in programma al Manzoni di Milano.

Titolo? “Lo Spettacolo di Ballantini - conseguenze di 40 anni nei panni degli altri” (regia di Massimo Licinio, costumi by Nadia Macchi e Dario Ballantini).  L'appuntamento? Giovedì 31 ottobre alle 20,45. Con una promessa che verrà mantenuta: 100 minuti di puro divertimento per gli spettatori.

Quaranta anni di carriera sul palco del teatro Manzoni. Cosa dobbiamo aspettarci da questo spettacolo?
"Vanno in scena quelli che da tanto tempo non faccio in tv e, possibilmente, qualche sorpresa, perché secondo me portare i personaggi che hai appena visto sul piccolo schermo, magari per tutto l'anno - tipo i politici - non è non è un'operazione dal teatro. Quindi vado a recuperare soprattutto i cantanti. Farò Gino Paoli, Vasco Rossi, Gianni Morandi, l'omaggio a Lucio Dalla, Paolo Conte, Zucchero, Tozzi e poi...

Poi?
"Anche Valentino, per far ridere la gente. Ormai sono tanti anni che non che non lo facciamo più a Striscia la Notizia... Comunque ne porto in scena una decina. C'è anche Ray Charles ad esempio"

Uno spettacolo molto musicale...
"Esatto. Con Marcello Fiorini, un fisarmonicista bravissimo, che suona tutto con la musica dal vivo. E un'altra sorpresa..."

Quale?
"Ci sono anche i trucchi da vedere dal vivo, perché io metto lo specchio rivolto verso il pubblico e, mentre parte la musica, mostro tutte le fasi del trucco di ogni personaggio"

Di tutti i personaggi che hai impersonato carriera, qual è stato quello più complicato da imitare?
"In questo momento è il generale Vannacci"

Come mai?
"Perché ci vuole un trucco da 4 ore e 15. Per la sua struttura fisica e del volto talmente diversa dalla mia che insomma... è peggio del Papa. Io poi sono perfezionista e non mi accontento mai"

Al di là del trucco è anche difficile da imitare come voce e movenze?
"No devo dire di no, diciamo che è nella media..."

Quello che in cui con cui ti sei trovato più a tuo agio nell'imitazione...
"Eh, Gino Paoli. Infatti lo racconto e poi è il personaggio trait d'union di tutti. Ci sono varie motivazioni, che partono dalla mia adolescenza, quando volevamo mettere su un gruppetto musicale. Tutti mi dicevano 'Ma no, hai la voce troppo uguale a Paoli'. Parte da lì e anche dalla somiglianza con mio padre, per vari motivi. E poi l'ho fatto talmente preciso che ho avuto dei riscontri anche dai suoi familiari, da con suo figlio, lui stesso. E' stata una sfida..."

Da che punto di vista?
"Perché far ridere con un personaggio così, diciamo un po' scettico, un po' silenzioso era una cosa che mi è piaciuto fare. Ed è piaciuto tanto anche ad Antonio (Ricci, ndr), penso che, insieme a Nanni Moretti, sia la sua preferita come imitazione"

C'è un personaggio che ti ha sorpreso, che magari non pensavi avrebbe riscosso tanto successo?
"Valentino. E' stato l'apripista di tutti, perché averlo fatto in strada, ancora non erano nate neppure le Iene... Fu un grosso salto nel vuoto, con Striscia la Notizia andai in giro a interpretare un personaggio truccato che non era mai stato fatto, ed è così tutt'ora. La forza di Valentino non ce l'ha avuta più nessuno. Si veniva da anni in cui le imitazioni erano quelle un po' classiche, quindi fare un grande stilista, farlo scambiare per quello vero, ma rendendolo comico... E' cambiato tutto per me, dal giorno alla notte, dalle stalle alle stelle"

Dario Ballantini e il Komandante...
"Beh Vasco Rossi addirittura è appassionato della mia pittura, la mia attività parallela. E' mio estimatore come pittore oltre che come imitatore, ha due opere mie. Pensa che mi ha fatto mi ha fatto addirittura un endorsement una volta per una mostra che ho realizzato a Livorno. Anche se non ci si sente quasi mai però è un mio estimatore e io di lui naturalmente Ma chi non lo è di Vasco?"

Con Gianni Morandi invece com'è andata?
"E' stato forse il secondo personaggio durato più a lungo. L'anno in cui iniziai a interpretarlo lo feci tante volte. E ci fu episodio buffo..."

Racconta...
"Morandi un giorno chiamò Ricci, non so per quale motivo e Antonio - pensando che fossi io che lo stavo imitando per fargli lo scherzo - in quel momento era in riunione, aveva da fare, e quasi gli mise giù. Poi si parlarono gli uffici stampa dicendogli 'ma guarda che era Morandi davvero'. E' stata una cosa buffa"

Di politici ne hai fatti veramente tanti
"Vero, è stata la seconda parte della mia carriera. La prima erano cantanti, stilisti... Dal 2005 poi tantissimi politici. Ho una fila di personaggi in panchina in questo momento, perché ora sta tirando Vannacci e ho 'fermi' Ignazio La Russa, Conte, Renzi, Gentiloni, Mattarella.. Fare i politici mi fa piacere, perché anche se non è non è una cosa 'da varietà', ma più da satira, però mi ricorda al mio mito che è stato Alighiero Noschese. Lui ne faceva diversi..."

Tra i tanti politici ce n'è uno con cui magari hai legato poi di più dopo l'imitazione?
"A dire la verità no, perchè in parte è difficile legare con i politici e un po' non mi interessa. Poi sono abbastanza sfuggenti, noi siamo lì in piazza... Devo dire che ai primi tempi quando avevo interpretato Matteo Renzi agli inizi era una persona avvicinabile, anche per scambiare due parole. Appena è diventato presidente del consiglio... non arrivi neanche a 5 metri. Perché poi i politici fuggono, hanno la scorta... Poi sei lì truccato, li devi prendere in giro... Il rapporto non c'è, ma penso sia meglio così"

E invece col Papa com'è andata
"Il Pontefice è un'altra storia che racconto in questo spettacolo, una delle più choccanti che mi è capitato"

Come mai?
"Lo facevamo i primi giorni dopo la sua proclamazione, quando lui andava a casa a piedi con la borsa e non voleva tanto cordone intorno.... Andammo per un servizio zona Vaticano e fummo un po' avventati a fare questa cosa: un gruppo di fedeli dal Perù si avvicinò alla macchina, scambiandomi per quello vero e io mi trovai lo 'sguardo di fede' delle persone verso di me. Fummo quasi impauriti, così salutammo con la mano andando. Dopo quella volta non ci siamo più avvicinati al Vaticano"

È una vita che lavori a Striscia da Antonio Ricci che cosa hai imparato? C'è una lezione grande che ti ha dato lavorare al suo fianco?
"Tante lezioni. Quella fondamentale è la dedizione maniacale al lavoro e già la mia base era abbastanza buona. Arrivai nel 1994, lui era un grandissimo nome e io da fuori mi immaginavo una sorta di direttore d'orchestra che magari fa il summit finale con tanto lavoro... Invece vidi che stava dietro a tutto, le riunioni, gli ascolti... Tutto. Con una dedizione totale. Mi ha insegnato un grande rispetto del lavoro e non di delegare troppo. Ma non è l'unica lezione che ho appreso da lui"

Cos'altro?
"Il senso della giustizia che gli ho sempre riconosciuto. Lo ha fatto anche con me, perché avevo vinto un concorso di nuovi ma non mi si filava nessuno. Lui era presidente della giuria e quando poi gli ho detto 'Cavolo ho vinto questo concorso ma non mi sta faccendo lavorare', Antonio ha fatto quattro conti e mi ha preso a Striscia la Notizia per non fare un'ingiustizia. Anche perché ci credeva, ovvio. E poi...

Poi?
"Ha anche un certo spirito di osservazione molto acuto, non è superficiale per niente. Nemmeno la mezza parola deve essere fuori posto. Io sono passato sotto questa scuola, i primi anni stavo proprio in riunione sempre con loro, perché mi usavano poco e non avevo bucato. Fino a Valentino ci sono state grosse difficoltà e loro mi tenevano lì  tipo mascotte... Ho visto le riunioni degli autori, come si creano le battute e ho fatto veramente una scuola autorale gratuita"

Una sorta di 'stage' del giovane Dario Ballantini a Striscia la Notizia...
"Sì perché specialmente in quegli anni vivevano tutto il giorno lì. La sera magari si andava a vedere film, poi loro tornavano a lavorare per Paperissima... Ho visto tutte tutte le fasi, è stato come fare un corso universitario"

E dei conduttori di Striscia c'è qualcuno a cui sei più legato?
"Tanti. In quegli anni c'erano Greggio e Iacchetti, sono quelli a cui sono più affezionato, perché - a parte che sono forse i più longevi e rappresentativi - in quel periodo anche loro hanno assistito al mio essere 'Quello che era bravo ma non riusciva a bucare il video', fino invece poi all'esplosione da Valentino in poi. Hanno partecipato molto al mio cambiamento di vita"

Un personaggio che non hai mai fatto ma ti piacerebbe prima o poi fare?
"Bella domanda... Allora per iniziare ti dico quelli che ormai stanno nella zona del rimpianto. Quando era in vita proposi Carmelo Bene, che tra l'altro ora sta andando di moda, sui social postano le sue dichiarazioni di quei tempi. All'epoca era un po' azzardato farlo, con tutto il trucco cupo... Mi è dispiaciuto perché poteva averlo in repertorio, visto che ora lo stanno riscoprendo nelle sue dizioni un po' tutte al limite. E ne aggiungo un altro...

Prego..
Anche Giorgio Napolitano. Quando lo proposi ad Antonio lui non era ancora presidente della Repubblica e io ero troppo giovane... Mi disse 'Lo fai bene, però sei giovane aspettiamo'. Poi quando è diventato Capo di Stato avevamo da fare i vari Renzi, Montezemolo.... Alla fine non l'abbiamo fatto, peccato perché veniva molto bene"

In chiave futura invece...
"Non lo so, perché l'anno scorso avrei detto che Vannacci era difficile, invece poi l'ho fatto. Ora devo guardare un po' il panorama..."

Non hai mai pensato a Jannik Sinner, il personaggio del momento...
"Ho visto, che però lo fanno anche altri. Quindi quando li fanno altri un po' freno..."

In tema di sportivi sei stato Valentino Rossi
"Sì, lo sport lo abbiamo usato poco come imitazione. Tra l'altro è incredibile perché lo avrò fatto una decina di volte al massimo, eppure se lo ricordano tutti. Ci sono altri che ho fatto un anno intero... Ad esempio Alfano, infatti non era granché, non se lo ricorda nessuno. Meglio così (ride, ndr). Però, Valentino Rossi è rimasto e poi lui è legato anche un altro episodio che racconto nello spettacolo... Fu tragicomico"

Cioè?
"Ho fatto con quasi tutti i miei personaggi dei faccia a faccia con quelli veri. Nello spettacolo infatti li proietterò con i filmati di Striscia, perché è bello vedere due Gino Paoli, Pappalardo, Morandi eccetera... E tutti spesso mi chiedono se l'ho fatto anche con il doppio Valentino Garavani, ma purtroppo l'unica volta che ho avuto a un passo da me lo stilista ero totalmente truccato da Valentino... Rossi".

Quindi cos'è accaduto?
"C'è stato un imbarazzo terribile. Io con la tuta di plastica gialla, il cappellino e lui che mi guardava... Non sapevo cosa dire, perché dentro di me mi sarei dato un pugno. Pensavo 'cavolo ce l'ho a un passo e non posso fare faccia a faccia'. E quindi mi uscì fuori una frase tipo 'Rosso Valentino...' o qualcosa del genere. Dissi una cavolata. Insomma quello è un grosso rimpianto. Ho anche un piccolo filmatino di quell'episodio, una scena quasi muta. Accadde alla prima di un film di Will Smith. Valentino mi ha messo una mano sulla spalla come dire 'Vai vai' perché aveva capito che io mi ero un po' bloccato"

Tu hai iniziato Corrado..
"Certo. Era il 1983/84.."

Che ricordo hai di un maestro leggendario della tv come lui?
"E' mitico per me, perché la vera gavetta l'ho fatta da lì in poi, per 16 anni - prima di avere successo a Striscia la Notizia - e tutto iniziò dopo un incontro con Corrado quando avevo solo 18 anni. Ero troppo giovane, eravamo un duo di imitatori al liceo e l'altro ragazzo scrisse alla trasmissione di Corrado 'Ciao Gente', che era appena approdata a Canale 5 e venne realizzata dopo 'Il pranzo è servito'. Loro cercavano nuovi talenti, ci fecero provino in 3: il fratello di Corrado, Lino Procacci (il regista) e Corrado stesso e ci presero per otto puntate. Avere davanti un mostro sacro così era una cosa dava un timore reverenziale, ma lui fu molto cordiale. Disse 'Vi faccio gli auguri, tu sei un po' più il trasformista dei due', però io stavo in un'età in cui veramente non ero 'né carne né pesce'..."

CI aveva visto lungo...
"Poi naturalmente mi sono dovuto fare tutta la gavetta. Non avevo né un manager, né nessuno. Ci portava la zia di questo mio amico a Roma a registrare e la trasmissione andava in onda di venerdì sera sulla quasi neonata Canale 5. Ero proprio giovanissimo. A proposito d personaggi sportivi: facevo Paulo Roberto Falcao, quello era il suo anno. Anche Enzo Bearzot, cose così..."