Educazione finanziaria contro le crisi: un videotutorial allo sportello
Un altro crack bancario pagato dai risparmiatori. Come impedire casi simili in futuro? È necessario comunicare con immagini e messaggi semplici per farsi comprendere da un target poco esperto e distratto. La prima spiegazione sulle più diffuse tipologie di prodotti finanziari potrebbero arrivare già allo sportello, con un video tutorial.
In Italia c'è un problema: manca l'educazione finanziaria. Gli sforzi delle autorità e delle banche non mancano. Nel 2007 Bankitalia ha siglato un accordo con il ministero della Pubblica istruzione. Le singole banche come Unicredit a IntesaSanpaolo si sono molto dedicate al tema della formazione. Le istituzioni come la Feduf (ABI) e le organizzazioni dei consumatori sono trovate d’accordo.
Eppure il salto di qualità non è ancora stato compiuto. Perché? Una risposta arriva da Cesare Casiraghi, pubblicitario tra i più esperti nella comunicazione finanziaria al pubblico (è il creativo che ha inventato la zucca di ING Direct e lanciato aziende come CheBanca e Genialloyd): “Quanto emerge ancora dalla recenti vicende di Banca Etruria e delle altre popolari è che il corto circuito è nella comunicazione, nella trasmissione e nella decodificazione dei messaggi tra banca, cliente mediati dallo sportellista”. Lo stesso sottosegretario Zanetti ha evidenziato la rilevanza nella scelta dello sportellista in una puntata di Piazza Pulita del 21 gennaio scorso.
Da un lato le banche con i loro documenti, la cui comprensione necessita per forza un minimo di cultura della materia, che rispondono in pieno a tutti gli obblighi di comunicazione volute dalla legge, dalle istituzioni finanziarie e dagli organi di vigilanza. Ma dall’altro lato il vi è il consumatore cui ricade l’onere di leggere e ben comprendere quanto gli viene sottoposto. Spesso documenti esaustivi ma molto al di sopra delle capacità o possibilità di vera comprensione dell’utente.
In mezzo ai due vi è lo sportellista che dovrebbe essere, il medium e il facilitatore della comunicazione, ma spesso – che come le cronache hanno dimostrato – ciò non è stato. Anche quando il funzionario fosse in perfetta buonafede e adeguatamente preparato “comunicare in maniera efficace e comprensibile vero una serie quotidiana di clienti quanto mai eterogenei richiede specifiche doti, un naturale talento che solo pochi fortunati possiedono” spiega ancora Cesare Casiraghi. Altre volte lo sportellista è poco capace, magari stanco o distratto o, peggio, in malafede.
La proposta: un videotutorial
Ecco quindi la proposta: “Cercare di evitare la moltiplicazione delle iniziativa e utilizzare tecniche nuove come ad esempio dei veri e propri video tutorial che consentirebbero un approccio più semplice a questioni complesse”.
“Il che potrebbe tradursi nel fatto che la generale spiegazione circa determinate e più diffuse tipologie di prodotti finanziari avvenga, anche allo sportello, attraverso la visione di un breve video, oggi ne esistono anche di interattivi, in quanto strumento più efficace nella comunicazione col pubblico – spiega Cesare Casiraghi, coautore della proposta. Un format standardizzato per tutti i player del mondo finanziario nei contenuti e nel linguaggio, che spieghi al consumatore in maniera semplice, corretta, chiara ed esauriente, nonché agevoli la comprensione delle caratteristiche, dei rischi e dei costi dei prodotti finanziari offerti”
Con ciò non sostituendo, ma surrogando l’interazione allo sportello. L’uso del tutorial ha inoltre l’aspetto positivo di permettere al potenziale acquirente, di condividere quel filmato o di rivederlo e provarlo a comprendere al meglio con amici più esperti, familiari, o altri professionisti di sua fiducia, ad esempio il commercialista. “E questo - commenta Casiraghi - un primo passo verso un acquisto maggiormente consapevole. Ed stimolando alla cultura finanziaria”.
Per le banche invece questo sistema potrebbe essere utile al fine di, innanzitutto sintonizzarsi al meglio sul linguaggio del proprio cliente eppoi di “mettersi al riparo” da eventuali disfunzioni nella catena informativa che dai livelli centrali e passando per gli sportelli giunge al consumatore. E ottenere una desiderata corresponsabilità del sottoscrittore.
Lega Consumatori e Feduf d'accordo
“Credo che la proposta abbia senso e nell’immediato possa incidere in positivo. Un’informazione standard per tutti e al tempo stesso semplice, chiara diretta e– soprattutto – inequivocabile, con i giusti contenuti magari a monte condivisi tra Istituzioni, banche e consumatori è un ottimo primo passo” commenta Stella Anastasi, Vice Presidente della Lega Consumatori.
“Ma la sfida secondo me è ancora più ampia. Siamo di fronte ad un grande problema di cultura, quindi applaudo al titolo del Corriere che parla di ‘educazione come rimedio alla crisi’ – prosegue l’avvocato Anastasi - I consumatori da questo punto di vista devono comprende che fare un percorso che passo dopo passo li porti ad essere loro medesimi i protagonisti delle proprie scelte è la prima loro tutela.
“Lo strumento indicato da Casiraghi è senz’altro corretto” - conferma anche Giovanna Boggio Robutti, Direttore Generale della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio – “perché il primo ostacolo da superare è quello della diffidenza verso una materia ritenuta troppo difficile e complessa, troppo da addetti ai lavori, E’ quindi necessario trovare strumenti capaci di catturare l’interesse attraverso un linguaggio semplice e poco formale.
Ma la domanda da porsi, prima ancora di pensare agli strumenti di comunicazione, è perché la maggioranza delle persone, a differenza di come si comporta di fronte alla scelta di un’auto, un computer o un cellulare, quando deve prendere decisioni relative ai propri soldi tende a non curarsene spesso delegando le scelte di investimento. L’assenza di consapevolezza è, a mio avviso, il primo nemico da combattere e l’arma più efficace è quella dell’educazione. Non solo dei giovani, ma anche dei loro genitori”.