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Euronews cancella il notiziario italiano e licenzia. Rimarrà solo sul web
La redazione italiana passa da 17 a 11 giornalisti. Da Rai e presidente nessuna opposizione
Euronews cancella il notiziario italiano. Italia adesso fanalino di coda (sul web)
Euronews cancella il notiziario italiano e riduce la redazione. Di recente era stato annunciato il piano di ristrutturazione dall’azionista di maggioranza Sawiris, imprenditore egiziano delle telecomunicazioni, che per la lingua italiana prevedeva il passaggio da 15 giornalisti a sole 8 unità fra redattori e responsabili di edizione.
Ora la tv, con sede a Lione, che aveva notiziari in 13 lingue, cinque quelle della fondazione, inglese, tedesco, francese, spagnolo, e italiano, come si legge su Professione Reporter, ha deciso di eliminare l’italiano, che rimarrà solo sul web. I giornalisti italiani saranno ridotti da 17 a 11. Le altre redazioni solo sul web sono quelle turche, araba, iraniana, tutte più numerose della futura redazione italiana.
Ieri 9 febbraio in tanti tra giornalisti e tecnici di Euronews hanno scioperato contro il piano di tagli e il ridimensionamento italiano, nel quartier generale di Lione.
Euronews, nata nel 1993 come una costola dell’Eurovisione, un consorzio delle principali tv pubbliche europee, garantisce news per 24 ore, trasmissioni in 150 Paesi del mondo, supportando televisivamente la costruzione del continente unito.
Da Rai e presidente nessuna opposizione
Dall’acquisto di Sawiris nel 2012 il presidente del consiglio di sorveglianza che vigila sulla linea editoriale è Paolo Garimberti, corrispondente ed editorialista alla Stampa e a Repubblica e presidente Rai (2009-2012). L’idea della tv europea, concorrenziale alla Cnn, fu lanciata proprio da un italiano, Massimo Fichera, allora vicedirettore generale Rai e vicepresidente dell’Eurovisione e primo presidente di Euronews. Fra Rai ed Euronews da allora i passaggi di giornalisti sono stati numerosi, e molti professionisti della Rai o in TV nazionali sono stati formati dall'emittente: Monica Maggioni, Gerardo Greco, fra gli altri. Ma ora dell’Italia nella struttura rimane una parte esigua.