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Giletti e il caso Soumahoro Non è l’Arena riesce a far saltare l’affido

Di Giuseppe Vatinno

Soumahoro, Non è l’Arena di Massimo Giletti è riuscita a supplire alle deficienze istituzionali

Ad onore di Giletti si può parlare ormai di “giornalismo sociale” che ha addirittura una funzione di supplenza delle istituzioni.

In collegamento il solito Gard Lerner che non ha trovato di meglio che ribadire la tiritera dell’accanimento contro la famiglia del deputato solo perché è nero.

Giustamente Luca Telese si è indignato poi con l’avvocato Prado che continua a difendere -in collegamento- la sua tesi dell’accanimento razziale.

Leonardo Sciascia parlava dei “professionisti dell’antimafia” ora verrebbe da parlare dei “professionisti dell’anti-razzismo” che magari ci si costruiscono una carriera, visto che non sono in grado di portare una sola vera giustificazione convincente a quello che si è scoperto.

Giletti ha anche raccontato un’altra storia e cioè la ricerca del “cognato di Soumahoro”, Richard Muntangana, inviando il giornalista Carlo Marsili in Ruanda. Intercettata la moglie che ha dichiarato che il marito sembra essere svanito nel nulla (sic) e così lei è tornata in Italia.

Il motivo del viaggio è capire che fine abbia fatto un bonifico nel 2018 di 1.314.512 euro fatto dalla Karibu a Jambo Africa con sede in Ruanda nella capitale Kigali e non è stato neppure il primo perché nel 2012 sono stati fatti ben 33 bonifici per un totale di 237.280 euro.

Poi esiste anche la Karibu Africa legata al cognato Richard a cui –dice Giletti- sembra siano arrivati “denari importanti”. Su tale vicenda si è attivato l’antiriciclaggio.

Ci sono poi delle imprecisioni su quanto la coppia impiegata alla Karibu guadagnasse realmente che non possono non destare sospetto.Una vicenda che aggiunge mistero nel mistero.

L’unica cosa certa che esce da questa triste vicenda è che non tutto è oro è ciò che luccica e che prima di santificare supposti eroi, la Boldrini premiò addirittura la suocera come miglior imprenditrice dell’anno - sarebbe meglio indagare e conoscere bene i fatti, magari approfondendo le tante voci negative – ad esempio lo stesso Don Pupilla capo della Caritas pugliese - che già giravano sul conto del sindacalista e della famiglia.