MediaTech
Industria del porno in crisi: a salvarla sarà la realtà virtuale

Il mercato dell'hard ha un problema. Gli utenti non mancano, ma i ricavi stentano. Gli incassi sono erosi da un duplice fronte. Il primo è quello della pirateria: i contenuti porno sono i più scambiati sulle piattaforme p2p. Il secondo è quello dei siti simil-YouTube dedicati alle luci rosse: video streaming gratis disponibili in ogni momento.
Risultato: da qui al 2020, secondo IBIS World, il fatturato dell'industria del porno dovrebbe crescere solo dell'1%. Insomma, il mercato stagna. Il problema non è attirare pubblico ma monetizzare. Su internet il porno è ovunque. Ecco perché non avrebbe senso far pagare contenuti che altrove sono gratuiti.
La strada è un'altra: sfruttare la tecnologia per dare un'esperienza sempre più coinvolgente. Talmente realistica da spingere gli utenti a pagare. Cnet ha chiesto ad alcuni protagonisti del settore quale potrebbe essere quest tecnologia. La risposta è stata sempre la stessa: la realtà virtuale.
L'attrice e produttrice Anna Lee definisce i visori “il futuro di qualsiasi forma di intrattenimento”. Porno compreso. L'esperienza sarebbe iper-realistica e gli strumenti per ottenerla non mancheranno. Gli Oculs Rift firmati Facebook sono in vendita a 600 dollari. Ma si svilupperanno presto anche forme low-cost, sul modello Cardboard di Google. La casa di produzione VRBangers ha pensato anche a un'altra forma di business: l'utente paga 39,99 dollari ogni tre mesi per vedere i film. E la compagnia invia a casa, incluso nel prezzo, un visore Cardboard. Basterà per far pagare quello che oggi è gratis?