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Meloni e le formiche, parla il giornalista (amico della premier) che ha posto la domanda: "Così è venuta fuori la spontaneità di Giorgia"
Parla Alexsander Jakhnagiev, direttore dell’Agenzia Vista che ha fatto ridere la premier con le sue formiche
Meloni e le formiche nella conferenza stampa. Il retroscena del giornalista di Vista sulla domanda che ha spiazzato la premier
Ma Giorgia Meloni calpesta le formiche? Una domanda bizzarra, e che forse nessuno si era mai posto prima. Non fino a ieri, quando durante la conferenza stampa di Giorgia Meloni, tra una domanda sui migranti e un complimento per la liberazione di Cecilia Sala, Alexander Jakhnagiev, giornalista, editore e direttore dell'agenzia Vista, si è alzato in piedi proprio per rivolgere questo dubbio alla premier. Va sottolineato poi che l'Agenzia vista è la stessa che fornisce a tutti i telegiornali e siti internet nazionali video e filmati legati alla politica e non solo: una potenza mediatica insomma di cui Jakhnagiev è la guida. Alexander poi è un amico della premier: a lui è concesso tutto, anche domande piuttosto bizzarre.
In ogni caso, il quesito sulle formiche ha innescato una risata generale in aula, mentre sul volto della premier si faceva strada un velo di imbarazzo: "Io non lo so, sono disperata. Se calpesto le formiche? Se le vedo no, confesso che poi no le vedo sempre", ha risposto nervosamente. Poi ha aggiunto, con tono più divertito: “È la risposta giusta? Sono un po’ in difficoltà. Ci starò più attenta.”
La domanda, che già in conferenza aveva sollevato qualche sopracciglio, ha subito scatenato i social, lasciando molti a interrogarsi se fosse preparata e, soprattutto, come e perché fosse stata pensata. E così Affaritaliani.it ha deciso di chiederlo direttamente al diretto interessato, Alexander Jakhnagiev, che ai "complottisti" online risponde: "Non c'era nulla di preparato nella mia domanda, non l'ho scritta prima. Invece di toccare i diversi temi d'attualità come migranti o fisco, ho pensato a una domanda che potesse evocare delle immagini. D'altronde io ci lavoro con le immagini, con i montaggi", ha spiegato.
Eppure molti si sono accaniti a cercare dietro la domanda di Jakhnagiev chissà quale interpretazione nascosta, convinti che la premier dovesse smontarla pezzo per pezzo. E, come al solito, la solita schiera di hater non ha perso occasione per attaccarla, accusandola di non aver risposto come si deve, o di non aver affatto capito la domanda. Ma Alexander, al contrario, ha apprezzato la risposta: "A me è piaciuta molto, ha dato finalmente un senso alla domanda, mostrando un lato di sé che di solito tiene nascosto: la sua spontaneità", ha detto il giornalista. Il giornalista ha poi aggiunto: "Ed è venuto fuori ciò che speravo: una reazione onesta e autentica da parte della premier, anche un po' colta di sorpresa dalla domanda".
Tenere a bada i social e le loro mille teorie è quasi un'utopia. Questo Alexander lo sa bene, ma pensa anche che: "Spesso si cerca troppo di dare una sola e unica interpretazione alle cose, o di forzarne una risposta. La mia era una domanda aperta, che trova senso nella risposta. E quella della premier l’ha completata dandole un significato, visto che poteva essere interpretata in tanti modi."
In sostanza Alexander si dice soddisfatto della risposta di Giorgia Meloni. Non si può dire lo stesso degli utenti online, che sotto il video della conferenza si sono scatenati con accuse anche dirette allo stesso giornalista: "C’è chi addirittura mi ha dato del 'pericoloso comunista' o chi mi ha accusato di aver evitato apposta domande sui migranti o sulla norma anti-Renzi," conclude Alexander.
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Chi è Alexander Jakhnagiev?
Figlio del pittore Ivan Jahnadžiev, Alexander Jakhnagiev, nasce a Sofia e respira creatività fin da bambino nello studio del padre. Nel 1998 si trasferisce in Italia per studiare all’Università di Perugia e, da lì, si stabilisce a Roma, dove costruisce una carriera che si fonde trra arte e comunicazione. La sua prima mostra è nel 1996 a Berlino, trampolino di lancio di un percorso artistico che lo porta a realizzare più di trenta esposizioni, molte delle quali personali, in città come Milano, Berlino e Roma.
Ispirato dall’avanguardia russa e francese, Jakhnagiev non si limita a dipingere: le sue opere sfidano lo spettatore. Una delle sue opere più note, Colomba della Pace ferita, è stata anche proiettata sulla Basilica di Assisi e poi sulla facciata di Palazzo Valentini a Roma, a riprova che l’arte può essere potente anche fuori dai musei. Ma Jakhnagiev non si accontenta di restare nei confini del tradizionale. Con Le Ombre dei Maestri, riempie la metropolitana di Roma con sagome di grandi artisti contemporanei rivisitate, mentre in Sottosuoli collabora con senzatetto, tracciando le loro ombre e trasformandole in installazioni esposte alla stazione Piramide.
In poche parole è uno che non ha paura di sporcarsi le mani, come dimostra il progetto Schiavitù, dove coinvolge diverse prostitute di Roma, chiedendo loro di scrivere riflessioni sull’amore e di donare pezzi dei loro abiti. Non è un artista che si ferma alla contemplazione: Jakhnagiev usa l’arte per parlare di temi scomodi. Con Le lacrime dell’albero, un tour di installazioni in 12 città italiane, coinvolge bambini nella creazione di alberi con bottiglie riciclate, mescolando denuncia ambientale e gioco. Parallelamente alla carriera artistica, negli ani Jakhnagiev si afferma anche come giornalista e autore televisivo. Conduce la trasmissione Colori su Roma Uno, dedicata all’arte contemporanea, e il programma Camera con Vista su La7, dove sintetizza con acume la settimana politica per Agenzia Vista, di cui oggi è direttore e editore.