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Presidenza Rai, il paradosso: a mettere d'accordo tutti potrebbe essere l'ex portavoce di Laura Boldrini
Simona Agnes sempre più ai margini. Se tutti i partiti non governativi convergono su questo candidato è praticamente fatta
Presidenza Rai, spunta un nome a sorpresa: ma è dell'opposizione
Le nomine Rai restano bloccate, maggioranza e opposizione non trovano l'accordo sulla presidenza e i recenti scontri tra Salvini e Tajani non riescono a sbloccare la situazione. Mentre in commissione di Vigilanza si consuma l’ennesima fumata nera, col centrodestra che ha di nuovo disertato la seduta, e mentre prosegue l’impasse su Simona Agnes, che resta indigeribile per le opposizioni per questioni di metodo, - riporta Il Fatto Quotidiano - si fanno ormai ipotesi alternative. Una di queste porta a Roberto Natale, il cui nome sta prendendo quota. Eletto in Cda in quota Avs, senza dispiacere al Pd che però ufficialmente ha scelto l’Aventino, sul suo nome potrebbe convergere tutta l’opposizione per proporlo come presidente di garanzia.
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"L'importante è che sul suo nome convergano tutte le opposizioni: Pd, Avs, M5s, ma pure Italia Viva e Azione. Altrimenti non sarebbe un nome abbastanza forte e non se ne farebbe nulla… ", spiega una fonte qualificata. Natale è entrato in Cda con l'appoggio di Avs, ma alcuni - in base a quanto risulta a il Fatto - sostengono sia in realtà il candidato mascherato dei dem. Lui potrebbe avere più di una chance. Anche se, si fa notare, “è molto difficile che uno con la sua storia politica e sindacale possa avere il benestare della destra… ". In passato è stato portavoce dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini. Ma sullo sfondo c’è anche una terza via.
Se Agnes non dovesse farcela, a quel punto il Mef potrebbe consigliarle il passo indietro e indicare al suo posto un altro nome, magari dopo aver coinvolto anche le opposizioni, altrimenti non cambierebbe nulla. Il nome di cui si parla è quello di Luisa Todini, imprenditrice perugina in passato vicina a Forza Italia (è stata deputata ed europarlamentare) che un passaggio nel Cda l’ha già fatto nel 2012 in quota centrodestra, salvo poi diventare, nel 2014, presidente di Poste nominata dal governo di Matteo Renzi.