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Prima loda Berlusconi e poi ci ripensa: le capriole di Massimo Giannini

Di Giuseppe Vatinno

Non solo il direttore de La Stampa, il leader di sinistra ammirano, glorificano, bramano quello che fa la destra ma non lo possono dire pubblicamente...

Meraviglia delle meraviglie. L’algido moralista, il bacchettatore seriale e indefesso del Cavaliere era, in segreto, un suo fervido ammiratore. Di più, ne era segretamente innamorato. Capita quando c’è una scissione tra quello che si predica e quello che si pensa. Si chiama dissonanza cognitiva. E qui il discorso si fa più generale e non più limitato a Giannini. Si tratta di uno stigma della sinistra derivante in ultima analisi da un motivo assai semplice: invidia sociale.

In parole povere i leader di sinistra ammirano, glorificano, bramano quello che fa la destra ma non lo possono dire pubblicamente perché ufficialmente ritengono la ricchezza in sé deplorevole, un disvalore.

È un po’ quello che accade con i Cinque Stelle, tutti fruste e gogne, che quando sono arrivati al potere hanno fatto molto peggio degli altri, rivelando la loro vera natura predatoria ed opportunista. Insomma, utilizzando una considerazione che avrebbe fatto piacere a B., si può dire che “la f. piace a tutti”, anche a chi ufficialmente la disprezza.