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Rai, eliminare la pubblicità: se ne parla spesso ma non si fa mai

di Dom Serafini

Torna sempre puntuale il dibattito su come modificare gli spot pubblicitari sulla rete pubblica, ma il vero scopo del dibattito è la spartizione delle poltrone

Ci risiamo. Come il conguaglio delle bollette, che arriva inaspettato ma regolarmente, ecco che puntualmente si ricomincia a parlare della pubblicitá in Rai. É ovvio che lo scopo finale é la divisione delle poltrone e non dei ricavi pubblicitari, pertanto giá sappiamo che alla fine in Rai la pubblicitá non verrá eliminata.

Ma proviamo a sforzarci ed immaginare un partito che vorrebbe veramente una Rai migliore: cosa dovrebbe cambiare in Rai affinché le garanzie e la missione dell'emittente vengano rispettate?

Qui parliamo di salvaguardare la missione della Rai, ridistribuire le risorse pubblicitarie e offrire lo spunto per incentivare la creativitá.

Dopotutto alla BBC, il carrozzone multimediale britannico, non hanno ricavi pubblicitari (ma hanno molte entrate dalla vendita dei programmi all'estero) e vivono molto bene.

Ed ecco cosa farei se fossi al Ministero dell'Economia e delle Finanze (che detiene il 99,56%  delle azioni Rai): prima di tutto rafforzerei ed amplierei la divisione commerciale internazionale, con l'aggiunta di un reparto di produzione e coproduzione propria; poi al suo interno farei una grande struttura per la vendita di contenuti all'estero (che includa un reparto per l'acquisto di contenuti giá realizzati da produttori indipendenti per ampliare il catalogo), e darei alla divisione commerciale il completo controllo sui canali Tv internazionali. Tutto ciò non é una cosa nuova, la BBC lo fa da anni!

Attualmente, la RAI riceve dai ricavi della pubblicitá circa 636 milioni di euro l'anno, di questi un efficace reparto commerciale internazionale potrebbe rimpiazzarne 500 milioni (la Bbc Worldwide genera 1.1500 milioni di euro l'anno), mentre i restanti 136 milioni rimarrebbero provenienti dalla pubblicitá, ma in un formato diverso.

Piuttosto delle brevi interruzioni pubblicitarie, tornerei al formato Carosello degli anni 1957-1977 e non si tratta di nostalgia, ma di strategia. Non solo per riportare la Rai alla sua missione di servizio pubblico, ma anche per dare una spinta creativa alla produzione di spot commerciali, ed infine ridistribuire le risorse finanziarie.

Per far ció l'Italia avrebbe tutto quello che serve, eccetto la volontá politica, pertanto rassegniamoci a tenerci questi sogni nel cassetto e a sentire a scadenza regolare come la pubblicitá in Rai dovrebbe essere eliminata, tanto poi le poltrone sistemano tutto.