MediaTech
Rai, Forza Italia e Italia Viva: stop pubblicità, avanti solo col canone

Rai, da Mulè (Fi) ad Alzaldi (Iv): basta adv per la tv pubblica
Rai, da Mulè (Fi) ad Alzaldi (Iv): stop pubblicità, avanti solo col canone
"L’accordo c’è. Almeno tra Forza Italia e Italia Viva. E ha il fine di ricollocare nel solo servizio pubblico la Rai lasciando agli editori privati la fetta commerciale della Tv", riporta La Stampa. "Per questa ragione, sul tavolo del parlamentare di Forza Italia Giorgio Mulè ci sono già le linee guida di una proposta di legge finalizzata a rimette ordine all’interno del sistema radiotelevisivo italiano".
Così, spiega Giorgio Mulè, “la Tv pubblica potrà svolgere bene e meglio la mission che gli viene affidata dalla convenzione”, si legge su La Stampa. La proposta in sintesi è di “far vivere bene con oltre un miliardo e mezzo di canone la Rai ma senza introiti pubblicitari”. Stop con la pubblicità nella Tv pubblica. La Rai dovrà fare “solo quello che meglio sa fare”, ovvero informazione e approfondimento, cultura, “lasciando l’intrattenimento alle Tv commerciali”.
“È necessario proteggere il sistema editoriale italiano dall’offensiva degli over the top e mettere in equilibrio il servizio pubblico con l’editoria privata”, sottolinea Mulè.
In linea con Forza Italia il pensiero di Italia Viva, perché secondo il parlamentare Michele Anzaldi è ormai “urgente un ragionamento sulla totale eliminazione della pubblicità sulla rete Rai”, riporta La Stampa. La logica di Mulè e di Anzaldi è che così facendo le risorse pubblicitarie che si libererebbero dallo stop in Rai andrebbero suddivise in quote prestabilite tra tutti i media: dalla carta stampata, al web, tot alle tv locali. Insomma, “non esclusivamente alle altre tv commerciali”. Così spiega Mulé, “il servizio pubblico farebbe davvero il servizio pubblico e il sistema dell'informazione potrebbe contare su nuove preziose risorse, in questo momento di crisi”. Anzaldi avverte “che se la riduzione della pubblicità in Rai venisse invece utilizzata come semplice merce di scambio con Berlusconi o con Cairo, allora sarebbe inaccettabile”.