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Sorgenia: scacchi a colazione

Barbara Pernici, campionessa di scacchi e professoressa al Politecnico di Milano, ospite della colazione digitale “Scacchi&AI, non è solo un gioco”

Appuntamento con la Colazione digitale di Sorgenia, format organizzato dalla prima digital energy company italiana e da Corriere Innovazione. Massimo Sideri a dialogo con la campionessa di scacchi e Professoressa al Politecnico di Milano, Barbara Pernici

Barbara Pernici, Maestro FIDE Femminile (MFF), ha vinto cinque volte il Campionato italiano femminile negli anni 1974, 1977, 1978, 1979 e 1981. Alle Olimpiadi degli scacchi del 1982, a Lucerna, ha vinto la medaglia d'oro per i risultati raggiunti in prima scacchiera, con la squadra italiana. Ha ormai abbandonato l'attività agonistica per dedicarsi esclusivamente alla carriera accademica. Dal 1993 è infatti professore ordinario di "Sistemi di elaborazione dell'informazione" presso il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.

“La prima macchina che gioca a scacchi è chiamata il “Turco”, una macchina in grado di muovere i pezzi in maniera meccanica; la struttura de il “Turco” in realtà nascondeva un forte giocatore all’interno – ha raccontato Pernici. “Era un trucco che ha girato per decenni le corti europee tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800. Un segreto che hanno tenuto nascosto a lungo”.

“Il gioco degli scacchi con macchine è arrivato con i calcolatori. Turing ha creato una macchina elettromeccanica capace di risolvere codici e svelare messaggi usati durante la seconda guerra mondiale. All’inizio la macchina di Turing era solo una macchina capace di risolvere i problemi. La sua grande intuizione è stata la capacità di programmare la macchina che, quindi, poteva ricevere istruzioni ed essere programmata”, ha continuato la Professoressa.

“Le partite tra computer sono forse un po’ noiose – ha ammesso - difatti i computer sono prudenti, tendono a non fare mosse coraggiose, le partite spesso finiscono con un pareggio perché i computer fanno fatica a compiere mosse decisive”.

Il modo di applicare l’intelligenza artificiale al gioco degli scacchi è molto cambiato nel corso degli anni. “I primi computer come Deep Blue studiavano le partite dei grandi scacchisti e da questo imparavano; adesso i computer imparano giocando contro sé stessi. Nell’imparare da solo il programma è in grado di valutare come sia andata la partita, perché sa come è andata a finire. AlphaZero nella fase di addestramento utilizza 5000 processori specializzati ad addestrare algoritmi di questo tipo, molto semplici e specializzati. In altre situazioni, diverse dagli scacchi, la fase di addestramento non è così chiara”, ha detto la campionessa.

Sorgenia: focus delle Colazioni digitali di quest’anno è l’intelligenza artificiale. Il punto di partenza però è la macchina deve essere a servizio dell’intelligenza umana.

“L’intelligenza artificiale applicata al gioco degli scacchi ha avuto i suoi primi successi, le prime battaglie di conquista di conoscenza. Ricordiamo Watson il computer IBM che combatteva con i grandi campioni di scacchi fino ad arrivare superarli; più recentemente DeepMind di Google il software AlphaGo che ha sconfitto il campione del mondo dell'antico gioco cinese Go", ha detto ad Affaritaliani.it Gianfilippo Mancini, Amministratore delegato Sorgenia. "L’intelligenza artificiale, dunque, si muove in simbiosi con l’essere umano. Sono la mente e il cuore dell’uomo a guidare la macchina. Non sono i computer a dominare l’uomo né si tratta di una battaglia tra i due tipi di intelligenza (artificiale e umana). Questo è uno degli argomenti di cui siamo particolarmente convinti. Le nostre colazioni digitali mettono l’intelligenza artificiale al centro, ma come strumento al servizio dell’uomo. Noi crediamo nella diversità – ha continuato Mancini riferendosi al fatto che l’ospite della colazione digitale sia una campionessa di scacchi donna -. In questi giorni seguiamo con attenzione il fatto che alla Banca centrale europea o alla commissione possano sedere delle donne a guidare queste importantissime istituzioni. Anche nel gioco degli scacchi una donna non è un fatto che si verifica di frequente. Il tema della diversity è un tema vissuto in Sorgenia come una norma. Diversity è un tema che abbraccia tante altre dimensioni, non solo quella di genere. Diversity e inclusione, ne siamo certi, portano anche un grande contributo all’innovazione”.

 

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VIDEO - Mancini (Sorgenia): "Colazioni digitali: focus AI, ma al servizio dell'uomo"

“In questo momento i calcolatori che giocano a scacchi sono fortissimi. C’è stata una famosa sfida nel lontano ‘97 in cui il campione del mondo ha perso contro un calcolatore (n.d.r. Deep Blue – Kasparov). Sono passati 22 anni e la tecnologia è molto progredita. I calcolatori giocano a scacchi in modo superiore anche al grande giocatore. Giocano in modo diverso dall’uomo. Il calcolatore da calcolare molto velocemente. Se il giocare umano fa anche solo un piccolo errore il calcolatore non lo perdona e quindi sfrutta le debolezze che possono esserci in una partita che magari dal punto di vista strategico è molto bella e si sta sviluppando bene ma basta un piccolo errore per perdere. Quindi c’è questa disparità tra il giocatore umano che ha una capacità di calcolo limitata e il calcolatore che è velocissimo e molto potente”, ha detto ad Affaritaliani.it Barbara Pernici.

 

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VIDEO - Pernici (Politecnico): "Scacchi e AI, il calcolatore non perdona errore umano"

“Per il giocatore umano giocare a scacchi è una sfida: sviluppa strategie, analizza, nel gioco trova il piacere di capire le possibilità e cerca di fare la mossa migliore per vincere. Come in tutti i giochi anche negli scacchi si hanno maggiori soddisfazioni quando si gioca con capacità equilibrate, a nessuno piace perdere sempre ma neanche vincere sempre è molto divertente. La percentuale di donne che ai miei tempi giocavano a scacchi era bassissima – ha continuato la campionessa. Spesso mi capitava di essere l’unica donna all’interno di una sala torneo. Ci sono tornei separati, dedicati solo alle donne, e tornei misti. Ai miei tempi molti si sono messi a giocare a scacchi perché c’è stata una famosissima sfida tra il russo Boris Spassky e l'americano Bobby Fischer (n.d.r. Campionato del Mondo di Scacchi – 1972). Oggi gli scacchi sono molto diffusi anche nelle scuole perché sviluppano una capacità di pensiero e di analisi. Vengono utilizzati anche come strumento per imparare a pensare e analizzare le situazioni. In Italia abbiamo avuto recentemente un campione italiano fortissimo, Fabiano Caruana, che ha giocato nell’ultima sfida del campionato del mondo e che ha doppia nazionalità (adesso non gioca più con i colori dell’Italia). A parte lui, abbiamo molti forti giocatori ma non abbiamo il campione “, ha concluso Barbara Pernici.