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Troppe videocall fanno male al cervello: lo dimostra uno studio di Microsoft

di Simone Guzzardi

Uno studio di Microsoft's Human Factors Engineering dimostra come il nostro cervello abbia bisogno di riposo tra una videochiamata e l'altra

La sensazione l’abbiamo provata tutti: chi infatti, in quest’epoca di home working, non si è sentito mentalmente provato dopo una giornata piena di videocall? A confermarlo arriva uno studio di Microsoft’s Human Factors Engineering: il nostro cervello ha bisogno di riposare tra una video call e un'altra. Chi fa più meeting di fila risulta infatti molto più stressato rispetto a chi effettua degli intervalli tra un meeting ed un altro. Le pause tra le riunioni influenzano il cervello prevenendo un accumulo di attività delle onde beta, che sono associate allo stress.

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Le riunioni consecutive possono diminuire la capacità di concentrazione e coinvolgimento. Le pause, non solo ci fanno sentire meglio, ma migliorano anche la nostra capacità di svolgere al meglio il nostro lavoro. Al contrario il passaggio continuativo fra due riunioni può essere fonte di forte stress: nei partecipanti alla ricerca Microsoft privi di pause, i ricercatori hanno notato picchi di attività beta. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che si sta arrivando alla fine della riunione, sapendo che ne si ha un’altra in arrivo, e si dovrà cambiare marcia e usare il cervello per pensare a qualcos'altro.

Quando le persone si prendono delle pause per la meditazione, al contrario, l'aumento dell'attività beta diminuisce tra le riunioni e l’inizio dell'incontro successivo è molto più dolce e fluido. In sostanza, la ricerca ha dimostrato che le pause, anche brevi, sono importanti per rendere meno stressanti i passaggi tra le riunioni.

"Ciò che rende questo studio così potente e facilmente riconoscibile è che abbiamo effettivamente visualizzato per le persone ciò che sperimentano fenomenologicamente dentro", ha dichiarato Michael Bohan, senior director of Microsoft’s Human Factors Engineering group, che ha supervisionato il progetto. "Non è un'astrazione, anzi. È un'espressione scientifica dello stress e della stanchezza che le persone provano durante gli incontri consecutivi".