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Ucraina, Sallusti e Giletti: Cremlino palazzo di m...? Allora pure il Colosseo
La stragrande maggioranza degli italiani non sapeva nulla della questione ucraina e le recenti affermazioni compiute da politici e giornalisti ne sono una prova
Sallusti, Giletti e l'Ucraina di Zelensky
All'irriconoscibile Alessandro Sallusti che, oltre a dare dell'utile idiota a Massimo Cacciari (il che rivela il suo livello d'alterazione) ha definito "palazzo di merda" il Cremlino perché da lì erano partiti gli ordini per gli eccidi compiuti dai comunisti, bisognava dirgli solo "E allora del Colosseo che ne dici? Di cosa è fatto?". Come la stragrande maggioranza, diciamo la quasi totalità degli italiani, fino all'invasione russa dell'Ucraina io, della sua complessa situazione e della sua storia, compresa la più recente, non sapevo quasi nulla.
Ma, a differenza di tutti gli arrabbiati alla Sallusti, ma anche dei gelidi Mattarella, Draghi, per non parlare del nostro ministro degli esteri che ha fatto dell'ignoranza la sua bandiera e della precipitosa decisionista Giorgia che sarà la rovina del cdx, a differenza di tutti loro, dal 24 febbraio scorso, ho studiato la storia della "pazzia ucraina".
Ritengo di particolare importanza le considerazioni fatte sui motivi che hanno spinto gli estensori della Costituzione ucraina a fissare una percentuale tanto bassa (66,67%) per l'approvazione di una Costituzione che fu approvata con soli 15 voti sopra il minimo e che, guarda caso, ebbe circa il 30 % di voti contrari, inevitabilmente attribuibili alla popolazione filo-russa, alla quale non si riconosceva il diritto di parlare russo e che, guarda caso, rappresenta proprio il 30% della popolazione totale. Costituzione, quindi, varata frettolosamente, discriminatoria e sulla quale non s'è mai trovato il modo di apportare miglioramenti.
Mattarella, Draghi, l'impresentabile Di Maio, conoscono questi fatti? Sanno dell'esplosivo documento sull'accordo militare Kiev-Washington del 2008, ovviamente segreto e che metteva, nero su bianco, il ripudio degli accordi di Minsk, poi opportunamente aggiornato da Zelensky cinque mesi prima dell'invasione russa?
Quindi, nessuno o quasi, sa che la Costituzione ucraina non accetta chi parla russo, nessuno o quasi, sa che gli accordi di Minsk erano stati stracciati, grazie alla Nato che garantiva armi e istruttori per la riconquista armata della Crimea. Nessuno parla di queste "fesserie" perché non le conosce e poi si arrabbiano alla Sallusti, se Maria Zacharova, portavoce del ministro degli esteri russo Lavrov, dice questa sacrosanta verità: "gli italiani non conoscono la storia dell'Ucraina"!
Tutti a dire "dobbiamo darci da fare per arrivare alla pace".
Tutti a dire "dobbiamo aiutare Zelensky a respingere i russi invasori!"
Tutti a dire "Deve essere Zelensky a decidere se e quando fermare i combattimenti".
E tutti a dire, in Italia, "Vediamo cosa decide Draghi!"