Medicina
Aviaria H5N8, primo caso in Cina di uomo infettato dagli uccelli
Secondo la sanità cinese i rischi di contagio sarebbero bassissimi
Qualche settimana fa scrivevamo che spesso si dice che una pandemia tira l’altra, purtroppo, ma quello che due scienziati cinesi, Weifeng Shi e George Fu Gao hanno ipotizzato che potrebbe succedere a breve è davvero preoccupante.
Orbene i due sulla prestigiosa rivista Science hanno sostenuto che, dopo il Coronavirus, dovremmo aspettarci un'altra pandemia provocata dal noto virus dell'influenza aviaria codificato come H5N8 e soprattutto dalle sue varianti.
L'agente patogeno non è nuovo e circola in Europa da oltre sei anni colpendo milioni di uccelli selvatici e polli.
Già a febbraio di quest’anno la Russia aveva avvertito, contrariamente ha quanto aveva fatto la Cina per il Covid-19, che il virus aveva contagiato per la prima volta esseri umani. Nel caso specifico dei lavoratori impiegati in una fattoria “mostre” da quasi un milione di galline nel’Astrakan. Positivo il fatto che nessuno avesse mostrato sintomi.
Ed oggi un uomo di 41 anni nella provincia di Jiangsu, nella Cina orientale, è il primo ad essere stato infettato dall'influenza aviaria H10N3, secondo le autorità sanitarie di questo Paese che dicono però che non vi è alcuna indicazione che la malattia sia contagiosa da persona a persona e che il rischio di diffusione diffusa è "molto basso". Effettivamente la stessa reticenza la sanità cinese l’aveva tenuta anche in occasione del Coronavirus.
L’uomo, di Zhenjiang, ha iniziato a sentirsi male il 23 aprile con sintomi che includevano la febbre. Cinque giorni dopo è stato ricoverato in ospedale. Il 28 maggio, si è scoperto che era stato contagiato dalla variante dell'influenza aviaria, H10N3. Il primo caso rilevato al mondo.
Il comunicato della Commissione sanitaria cinese non dice esattamente come potrebbe essersi infettato il paziente, già in convalescenza e in procinto di essere dimesso. Sottolinea che il virus H10N3, un sottotipo di quello che causa l'influenza aviaria, proviene dagli uccelli e non ha la capacità di infettare efficacemente gli esseri umani, quindi è improbabile che molte più infezioni si ripresentino. I contatti del paziente sono stati rintracciati e non sono stati rilevati altri incidenti.
"Nessun caso di H10N3 è stato rilevato tra gli esseri umani in nessuna parte del mondo", ricorda la Commissione, che sottolinea che anche tra gli uccelli questo virus è relativamente non infettivo. “Questo caso è una trasmissione zoonotica occasionale da uccello a uomo; il rischio di uno spread su larga scala è molto basso.
I sanitari cinesi hanno chiesto ai cittadini di evitare il contatto con gli uccelli morti e di cercare di non avvicinarsi a quelli vivi. Di chiamare immediatamente un medico se si hanno sintomi come febbre o difficoltà respiratorie.
Tra gli uccelli, l'H10N3 si diffonde in modo simile alla comune influenza o Covid, attraverso le piccole goccioline disperse dagli animali nel loro respiro.
Le infezioni umane da virus che causano l'influenza aviaria non sono rare e la Cina è un paese in cui questi ceppi emergono relativamente frequentemente.
Tutto il mondo spera che stavolta i cinesi presentino la realtà correttamente.