Medicina
Boehringer Ingelheim e Eli Llly: pubblicati nuovi dati su Empagliflozin
I risultati sono stati presentati sabato 29 agosto al Congresso ESC 2020, meeting annuale della Società Europea di Cardiologia, e pubblicati su The New England
Boehringer Ingelheim e Eli Lilly and Company: presentati a ESC i risultati completi dello studio di fase III EMPEROR-Reduced, pubblicati su The New England Journal of Medicine. Empagliflozin ha ridotto del 25% l’endpoint primario composito di mortalità cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso cardiaco in pazienti adulti con insufficienza cardiaca a ridotta frazione di eiezione, con e senza diabete
I risultati completi dello studio di fase III EMPEROR-Reduced, condotto su pazienti adulti con insufficienza cardiaca a ridotta frazione di eiezione, con e senza diabete, hanno dimostrato che empagliflozin ha portato ad una riduzione significativa del 25% dell’endopoint primario composito di mortalità cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso cardiaco.
Lo studio ha valutato l'effetto, di empagliflozin (10 mg una volta al giorno) rispetto a placebo, in aggiunta allo standard di cura. I risultati sono stati presentati sabato 29 agosto al Congresso ESC 2020, meeting annuale della Società Europea di Cardiologia, e pubblicati su The New England Journal of Medicine, come annunciato da Boehringer Ingelheim e Eli Lilly and Company (NYSE: LLY).
I risultati dell'endpoint primario sono stati coerenti nei sottogruppi di pazienti con e senza diabete di tipo 2. I dati principali dell’endpoint secondario hanno dimostrato che empagliflozin ha ridotto del 30% il rischio relativo di prima e ricorrente ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Inoltre, il tasso di riduzione dell'eGFR, un parametro del declino della funzionalità renale, è stato più lento con empagliflozin rispetto a placebo.
“L’insufficienza cardiaca, anche denominata scompenso cardiaco, colpisce l’1-2% della popolazione italiana, circa quindi un milione di persone. È un quadro clinico con una alta mortalità, che limita la qualità di vita con ricoveri ricorrenti e che si accompagna a una perdita della funzionalità renale. A livello di popolazione generale, lo scompenso cardiaco (insufficienza cardiaca) purtroppo risulta essere una patologia poco conosciuta a dispetto della sua prevalenza. – Ha dichiarato Michele Senni, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e dell’Unità Complessa di Cardiologia, dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, coordinatore nazionale di entrambi gli studi EMPEROR-Reduced e Preserved nonché tra gli Autori principali della pubblicazione New England Journal of Medicine– I risultati dello studio EMPEROR-Reduced dimostrano che, quando somministrato in pazienti con insufficienza cardiaca e contrattilità del ventricolo sinistro ridotta che ricevevano il meglio della terapia conosciuta ed in modo particolare quelli con un quadro clinico più grave, empagliflozin riduce il numero dei ricoveri ospedalieri oltre a rallentare il declino della funzionalità renale e a migliorare la qualità della vita. La funzione renale, va ricordato, molto frequentemente si associa all’insufficienza cardiaca e rappresenta il fattore aggravante più importante dello scompenso cardiaco”.
Un'analisi esplorativa dello studio EMPEROR-Reduced mostra che, per prevenire una morte per cause cardiovascolari o un ricovero per insufficienza cardiaca, è necessario trattare 19 pazienti per 16 mesi al fine di ottenere la riduzione assoluta del rischio osservata nell’endpoint primario1. Un'ulteriore analisi esplorativa ha dimostrato che empagliflozin 10mg una volta al giorno ha diminuito del 50% il rischio relativo dell’endpoint renale composito, che includeva la malattia renale allo stadio finale e una significativa perdita della funzionalità renale.
Nello studio EMPEROR-Reduced, i risultati di efficacia sono stati ottenuti con un semplice schema posologico, con un dosaggio giornaliero e senza necessità di titolazione. Il profilo di sicurezza era simile al consolidato profilo di sicurezza di empagliflozin. Non ci sono state differenze clinicamente significative negli eventi avversi, tra cui ipovolemia (diminuzione del volume del sangue), ipotensione (bassa pressione sanguigna), deplezione del volume (perdita di liquidi), insufficienza renale (scarsa funzionalità renale), iperkaliemia (alti livelli di potassio) o eventi ipoglicemici (basso livello di glucosio nel sangue) rispetto a placebo.
L'insufficienza cardiaca colpisce oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo, con oltre un milione di persone ricoverate in ospedale ogni anno negli Stati Uniti e in Europa. L'insufficienza cardiaca si verifica quando il cuore non è più in grado di pompare sangue sufficiente al resto del corpo ed è la più comune e grave complicanza di un attacco di cuore. Le persone con insufficienza cardiaca spesso sperimentano mancanza di respiro e affaticamento, che possono influire gravemente sulla loro qualità di vita. Le persone affette da insufficienza cardiaca spesso soffrono di affanno e affaticamento, che possono avere un grave impatto sulla loro qualità di vita. Gli individui con insufficienza cardiaca, spesso, hanno anche una funzione renale compromessa, che può avere un impatto negativo significativo sulla prognosi.
Michele Senni ha inoltre affermato: "Empagliflozin è stato il primo inibitore e l’unico della classe di farmaci SGLT2 inibitori a dimostrare una riduzione della mortalità cardiovascolare e come per dapaglifozin una diminuzione dei ricoveri ospedalieri per insufficienza cardiaca (scompenso cardiaco) in pazienti con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari conclamate sulla base dello studio EMPA-REG OUTCOME. Con i risultati di EMPEROR-Reduced empaglifozin ha dimostrato la sua efficacia in pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza diabete, con la riduzione del numero dei ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco oltre al rallentamento del progressivo declino della funzionalità renale. Quindi la storia di questa molecola continua, passando da una dimostrazione di efficacia nel prevenire l’insufficienza cardiaca nello studio EMPA-REG OUTCOME a quella di efficacia di cura dei pazienti affetti da scompenso cardiaco. Nell’insieme, i dati di EMPEROR-Reduced sono concordanti con quelli dello studio DAPA-HF con dapaglifozin e dimostrano come la classe di farmaci SGLT2 inibitori possano entrare a far parte a pieno diritto, del trattamento standard dei pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezione ridotta”
“Decine di milioni di persone convivono con l'insufficienza cardiaca e le malattie renali,” ha dichiarato Jeff Emmick, M.D., Ph.D., Vice President, Product Development, Lilly. “I risultati dello studio EMPEROR-Reduced dimostrano che empagliflozin può aiutare a migliorare gli esiti dell'insufficienza cardiaca, rallentando al contempo il declino delle funzioni renali". Siamo entusiasti di poter condividere questi dati e, attraverso il nostro programma EMPOWER, speriamo di ridefinire il modo in cui vengono trattate le persone che convivono con queste condizioni.”
La Food and Drug Administration (FDA) ha concesso la designazione Fast Track a empagliflozin per la riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare e di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nelle persone con questa condizione.
Questa designazione è per il programma EMPEROR, che consiste negli studi EMPEROR-Reduced e EMPEROR-Preserved. EMPEROR-Preserved sta esplorando l'effetto di empagliflozin sulla mortalità cardiovascolare o sui ricoveri per insufficienza cardiaca negli adulti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata, un'area che attualmente non ha opzioni di trattamento approvate. I risultati di EMPEROR-Preserved sono previsti per il 2021.
Inoltre, lo studio tuttora in corso EMPA-KIDNEY sta valutando l'effetto di empagliflozin sulla progressione delle malattie renali e sull'insorgenza di mortalità cardiovascolare negli adulti con malattie renali croniche conclamate, con e senza diabete.1 La FDA ha concesso la designazione Fast Track a empagliflozin anche per il trattamento delle malattie renali croniche, dimostrando l'urgente necessità di nuove opzioni di trattamento per le persone che vivono con questa patologia in tutto il mondo. I risultati dell'EMPA-KIDNEY sono attesi per il 2022.
Gli studi EMPEROR e EMPA-KIDNEY fanno parte del programma clinico EMPOWER, il più ampio e completo condotto per qualsiasi inibitore SGLT2, che esplora l'impatto di empagliflozin sulla vita delle persone relativamente a tutto lo spettro delle condizioni cardio-renali-metaboliche. Il programma include anche lo studio EMPACT-MI, che indagherà l'effetto di empagliflozin su tutte le cause di mortalità e di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca negli adulti, con e senza diabete, che hanno avuto un infarto, e lo studio EMPULSE, che sta esplorando gli effetti di empagliflozin negli adulti, con e senza diabete, che sono ricoverati per insufficienza cardiaca acuta e sono stati stabilizzati.