Medicina
Evelina Flachi: "Così una sana alimentazione aiuta a prevenire il cancro"
La nota nutrizionista è intervenuta all'iniziativa della Fondazione Insieme contro il Cancro - L'intervista di affaritaliani.it sul rapporto tra cibo e salute
É stato presentato oggi a Milano, nel centro comunicazione di Bayer Italia, "Insieme Contro il Cancro, La grande lotta comune per sconfiggere i tumori" (163 pagine, Mondadori Editore).
A promuovere l'iniziativa è la Fondazione Insieme contro il cancro, presieduta dal noto oncologo Francesco Cognetti, che ha anche realizzato il libro con il giornalista Mauro Boldrini, direttore della comunicazione della fondazione.
Caratterizzato dalla presenza di numerose interviste a personaggi di grande spessore e notorietà che parlano di tumore (da Papa Francesco al ministro Franceschini, passando per Max Allegri, Monica Bellucci, Carlo Verdone e molti altri), il libro invita a fare “gioco di squadra” contro questa malattia anche nella vita quotidiana, a partire dai corretti stili di vita per prevenire l'insorgenza del tumore.
Alla presentazione è intervenuta anche Evelina Flachi, Specialista in Scienza dell’Alimentazione e Nutrizionista, nonché Presidente Food Education Italy. Anche lei è un volto decisamente noto della televisione, grazie alla consulenza scientifica offerta alla RAI, alla presenza in numerose trasmissioni televisive e in particolare per la sua partecipazione a “La prova del cuoco”. Grazie al suo prestigioso contributo, affaritaliani.it ha approfondito il tema riguardante il rapporto tra l'alimentazione e la possibile insorgenza di patologie.
Dottoressa Flachi, quali sono i rischi ai quali ci si espone seguendo un regime alimentare scorretto?
“La correlazione tra cibo e salute è avallata scientificamente e in questo settore specifico una corretta alimentazione fa parte degli stili di vita che si debbono adottare per prevenire le varie patologie collegate a sovrappeso e obesità. È data per certa la possibilità che il grasso (soprattutto addominale) possa produrre delle sostanze infiammatorie favorenti anche la formazione di tumori, oltre a ictus, problematiche cardiovascolari e diabete. Una scelta consapevole delle razioni quotidiane alimentari dovrebbe diventare una nostra abitudine, a partire da quando facciamo la spesa. Bisogna scegliere alimenti stagionali, il più possibile freschi, leggere le etichette per capire la provenienza e la presenza di additivi o altre sostanze”.
Ci sono degli accorgimenti particolari da seguire anche nella cottura dei cibi?
“Sì, perchè possiamo anche scegliere bene il cibo che acquistiamo, ma con una cottura sbagliata rischiamo di ridurne al nulla i benefici o anche dipeggiorarli sul piano qualitativo. Ad esempio, la cottura delle verdure è preferibile al vapore, così da non impoverirne il contenuto di minerali. Meglio ancora è consumarle crude, perché si mantiene al massimo livello la presenza di vitamina C, che invece con la cottura si perde. Poi abbiamo altri cibi, soprattutto quelli rossi come il tradizionale pomodoro, che si caratterizza per degli antiossidanti come il licopene, un carotenoide, che invece con la cottura aumenta. Da studi recenti, pare essere correlato alla protezione dai tumori al seno, alla prostata e all'utero. Nel caso specifico, la regola cambia: la cottura o la 'stra-cottura', come nel tipico esempio del sugo, invece favorisce l'aumento di questo carotenoide, che oltre a dare il colore al pomodoro, ha un effetto protettivo per il nostro organismo. È bello poter conoscere questa relazione con le cotture, che può anche essere negativa. Ad esempio se facciamo la grigliata di verdure bruciacchiandole, ingeriamo delle sostanze tossiche che aumentano i nostri radicali liberi. Questo vale per la carne e il pesce, ma, appunto, anche per le verdure”.
Quali altri consigli può darci per formulare un menù gustoso, ma che sia anche sano?
“È molto importante l'abbinamento dei cibi, perché può potenziare l'assimilazione di alcuni nutrienti rispetto ad altri. È una scienza in evoluzione, ma che ci ha già dato delle indicazioni importanti. Ad esempio se abbiamo bisogno di ferro possiamo addizionare la carne bianca con del limone, perché la vitamina C favorisce l'assimilazione del ferro. Anche gli spinaci, il cui contenuto di ferro è poco assimilabile, se li condiamo con il limone diventano invece un aiuto molto più valido per il nostro organismo”.
Quale uso bisogna fare della carne rossa, spesso molto discussa?
“Dipende. Se prendiamo il caso di malattie già esistenti, la carne rossa può essere adatta per alcune problematiche e meno per altre, soprattutto durante la terapia. L'importante è rimanere nella quota di 400/500 grammi che dobbiamo consumare nel corso della settimana, tra carne bianca e rossa, come da raccomandazioni dall'Istituto di Nutrizione. La carne bianca è preferibile, perché contiene ferro, ma deve essere di qualità. Comunque è la dose che conta, oltre ovviamente alle corrette modalità di cottura e alla scelta delle parti più magre. Con ferro e vitamina B12 è anche possibile sostenere un organismo indebolito dai cicli di terapia. Possiamo anche alternare le proteine animali con quelle vegetali, come possiamo combinare i legumi con i cerali, per avere una quota di aminoacidi essenziali adatta al benessere del nostro organismo. L'abbinamento incide sulle calorie, quindi io consiglio sempre di abbinare le verdure sia alla carne, sia ai piatti unici: oltre a fornire minerali, antiossidanti e fibre, può favorire un maggior senso di sazietà, oltre a una maggiore assimilazione dei nutrienti”.
Quali sono invece le indicazioni sul pesce?
“Bisogna assumerlo almeno tre volte alla settimana, per avere una buona razione di proteine nobili e di grassi benefici per l'organismo come gli Omega-3. Ma, anche in questo caso, bisogna saper scegliere bene. Purtroppo i nostri mari non sono più quelli di una volta, quindi si consiglia di scegliere pesci piccoli e medi, invece che tranci di pesci più grandi, nei quali potrebbe esserci la presenza di metalli pesanti. Bisogna operare delle scelte in maniera razionale, guardando le etichette per valutare la provenienza del pesce e considerando il fatto che un'assunzione una tantum comunque non fa male, perché l'organismo ha la possibilità di smaltire”.
A proposito di ricambio dell'organismo, quanto incide l'assunzione di acqua?
“Bere acqua è fondamentale, anche se purtroppo spesso ce ne dimentichiamo. Assumerla è essenziale per l'approvigionamento idrico, per mantenere il drenaggio delle sostanze tossiche e anche per mantenere attive le funzionalità intestinali: anche questo è un ricambio essenziale, per evitare l'accumlo di scorie e tossine. Quindi beviamone almeno 1,5/2 litri al giorno. Se proprio non ci si riesce, scegliamo tisane o infusi, ma cerchiamo di bere”.
Quali sono, invece, gli alimenti da evitare?
“Bisogna evitare l'eccesso di grassi saturi e gli zuccheri semplici, preferendo grassi vegetali (come il nostro olio extravergine) e carboidrati complessi (come cereali, pasta e riso), tenendo presente che un 50% di essi dovrebbe essere di tipo integrale... e di buona qualità, ovviamente, altrimenti anche in questo caso ci facciamo del male!”.
In concreto, quanto incidono le buone abitudini alimentari sulla prevenzione?
“L'incidenza non è ancora stata ancora scientificamente studiata. Quello che si sa è che l'epigenetica (cioè lo stile di vita, del quale l'alimentazione è una parte determinante) può in qualche modo contrastrare la genetica. Alimentazione, attività fisica, vita sociale, buon umore... Tutto ciò che può potenziare le difese ci aiuta a prevenire le malattie. Quindi l'educazione alimentare fatta fin da piccoli è di fondamentale importanza. E se qualche problema comunque ci capita, perchè nella vita i cambiamenti sono imprevedibili, anche correggere il tiro diventa più semplice. Non si può quindi fare una statistica su questa incidenza, ma nella prevenzione ci si augura che l'alimentazione contrasti i radicali liberi, contribuendo a proteggerci dalla molecola impazzita che può determinare le alterazioni iniziali di una cellula. L'alimentazione non è una medicina, ma può intervenire sia in fase preventiva, sia durante una terapia, anche invasiva. Il medico può consigliare delle strategie particolari, come l'introduzione o l'eliminazione di alcuni alimenti, in base ai casi specifici per magari ridurre gli effetti collaterali. Il fai da te non è consigliabile. Per fortuna, sempre più spesso in questi casi gli oncologi consigliano dei nutrizionisti preparati, per dare le indicazioni migliori”.