Monza, "Il Paese ritrovato": Alzheimer ko nel primo villaggio per malati
Monza, nasce "Il Paese ritrovato" il primo villaggio interamente dedicato al malati di Alzheimer
Alzheimer, la svolta. A Monza, "Il Paese ritrovato": è il primo villaggio per malati di Alzheimer
Un nuovo villaggio per i soli malati di Alzheimer è questo il nuovo progetto che sorgerà a Monza su un'area di 14000 metri quadri in un villaggio già esistente. Il consiglio comunale ha dato l’ok per avviare la costruzione della innovativa struttura di accoglienza per i malati di Alzheimer e le loro famiglie che prenderà il nome di “Il Paese ritrovato”.
“Il Paese ritrovato”, il nuovo centro specializzato per la cura dell’Alzheimer, sarà gestito dalla cooperativa “La Meridiana” diretta da Roberto Mauri.
“Il Paese ritrovato” a Monza, la nuova struttura per curare l’Alzheimer: gli obiettivi
“Il Paese ritrovato” a Monza è stato progettato per supportare le famiglie dei malati di Alzheimer. La struttura sarà il primo centro urbano ideato appositamente per raccogliere in un’unica sede malati, familiari e personale medico, un nuovo modello dunque di casa di cura.
Mariella Zanetti, geriatra della cooperativa La Meridiana che gestirà “Il Paese ritrovato” di Monza, dichiara:
"Il Paese ritrovato sarà un luogo in cui le persone affette da varie forme di demenza e sindrome di Alzheimer, i familiari, gli operatori e i volontari saranno liberi di muoversi, curare la propria casa, riposare, fare la spesa o andare dal parrucchiere, proprio come accade per ciascuno di noi ogni giorno. Il tutto con una supervisione attenta e mai invadente".
Il Paese ritrovato a Monza, il nuovo centro per la cura dell’Alzheimer: un nuovo modello di casa di cura
Roberto Mauri, direttore della cooperativa La Meridiana spiega perché la necessità di creare un nuovo modello di casa di cura
“Bisogna proporre modelli di cura in grado di migliorare la qualità della vita e al tempo stesso ridurre i costi per la comunità. Attualmente, il sistema di cura delle forme di demenza per gli anziani presenta un grande vuoto, perché si passa direttamente dal domicilio alla Rsa, la Residenza Sanitaria Anziani. Non ci sono soluzioni intermedie. La persona con demenza ha bisogno di muoversi liberamente, di dar sfogo alla propria energia fisica, che si traduce in un desiderio disperato di vivere la quotidianità e di lottare contro la malattia, che è principalmente mentale"