Medicina
“Pazienti dermatologici senza assistenza". Appello a Speranza
Allarme SIDeMaST sul nuovo DM 70
Allarme SIDeMaST sul nuovo DM 70: “Pazienti dermatologici senza assistenza se il testo non cambia”
Restituire alla dermatologia il ruolo centrale che le compete nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria, diagnosi, trattamento e gestione delle patologie oncologiche cutanee e in quello delle patologie dermatologiche che impattano pesantemente sulla vita delle persone. E, pertanto, no a “cure dimagranti” dei posti letto in regime ordinario che vanno garantiti anche presso altre specialità, come medicina interna e geriatria. Incremento invece del numero dei ricoveri terapeutici in Day Hospital e in Day Surgery. Ampliamento dei Drg dermatologici il cui numero è troppo ridotto (sono appena quattro), non considera gli elevati livelli di gravità delle patologie dermatologiche e non differenzia i livelli di intensità di cura. E poi ancora, investimenti per le nuove tecnologie, implementazione e standardizzazione della telemedicina per garantire continuità assistenziale. Inserimento della figura del dermatologo nella rete Emergenza-Urgenza per garantire un triage appropriato.
Non concedono sconti i dermatologi della SIDeMaST che, rappresentati da Pasquale Frascione, responsabile dermatologia oncologica istituto San Gallicano di Roma e Gabriella Fabbrocini (foto), direttore dell’Uoc di Dermatologia Clinica dell’Università Federico II di Napoli, hanno presentato al ministro della Salute osservazioni e proposte sul nuovo Dm 70, in via di definizione. Il documento, che interviene sul decreto che regolamenta gli standard ospedalieri, per i dermatologi va corretto per non penalizzare l’assistenza ai pazienti.
Dermatologo figura centrale. Il dermatologo, sottolinea la SIDeMaST, è infatti a tutt’oggi una figura centrale sia nel corretto inquadramento diagnostico e terapeutico di numerose patologie che investono i pazienti di altre specialità tra cui quelle della sfera geriatrica, internistica, ginecologica e infettivologica (ulcere cutanee, pemfigoide bolloso, malattie autoimmunitarie cutanee, malattie rare e ITS che complicano i quadri di stretta pertinenza ginecologica ostetrica), sia nel trattamento delle patologie oncologiche cutanee.
Incremento ricoveri Day-Hospital terapeutici e Day-Surgery. Per questo, la dermatologia va equiparata alle altre discipline che non possono far fronte alla riduzione dei posti letto di ricovero ordinario che vanno invece sempre garantiti anche presso altri reparti (ad es, medicina interna, geriatria ecc.). Non solo, deve vedere incrementati i ricoveri dei Day-Hospital terapeutici e Day-Surgery in attesa di una implementazione di DRG ad hoc che rispondano efficacemente alle esigenze assistenziali delle patologie dermatologiche.
Revisione e ampliamento dei Drg dermatologici. Per SIDeMaST sono troppo pochi (solo quattro) e penalizzano la dermatologia in quanto non tengono conto degli elevati livelli di gravità di molti casi in diverse patologie dermatologiche, oltre a non permettere di differenziare i vari livelli di intensità di cura necessari all’interno anche di singole malattie.
Investimento per nuove tecnologie. Vanno poi assicurate tecnologie e strumentazioni necessarie alle infusioni terapeutiche per melanoma, carcinoma spinocellulare, carcinoma basocellulare, sarcoma di Kaposi, malattie rare, ulcere cutanee. Questo consentirebbe tra l’altro di alleggerire e snellire il carico di lavoro dell’oncologia medica nell’ambito della Rete oncologica regionale. “Nei team multidisciplinari per queste patologie -ricorda la SIDeMaST- la figura del dermatologo è una figura centrale di coordinamento. Infatti molte malattie, come quelle bollose hanno ancora oggi una prognosi quod vitam e necessitano indifferibilmente di competenza dermatologica”.
Dermatologi nella rete emergenza urgenza. Infine, suggeriscono i dermatologi, nei nuovi assetti bisogna considerare l’inserimento dei dermatologi nella rete di Emergenza-Urgenza: “Sono fondamentali nella gestione di alcune emergenze e non sono quasi mai presenti in PS – conclude la SIDeMaST – questo invece consentirebbe di poter effettuare un giusto triage riducendo il carico di lavoro assistenziale delle strutture di riferimento”.
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