Milano
Agenzia del farmaco: Milano "tradita" da Germania e Spagna
Agenzia del farmaco, il retroscena del voto: Germania e Spagna non hanno mai sostenuto la candidatura milanese. E l'Ema è andato ad Amsterdam
Agenzia del farmaco: Germania e Spagna non hanno mai votato per Milano
"Traditi" da Germania e Spagna: è quello che emerge nel day-after della tremenda delusione per la mancata assegnazione a Milano dell'Ema, Agenzia europea del farmaco che da Londra si trasferirà ad Amsterdam. Decisione giunta tramite sorteggio dopo che al terzo turno le due città finaliste avevano ottenuto 13 voti a testa. La Slovacchia si era astenuta già a partire dal secondo turno, dopo che a sorpresa la grande favorita Bratislava era stata eliminata già al primo turno. Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei "regista" dell'operazione Ema a Milano ha spiegato pubblicamente che Grecia, Malta, Romania e Cipro hanno sempre sostenuto l'Italia nelle tre votazioni. Altri Paesi lo hanno fatto. Ma Milano, secondo indiscrezioni che filtrano da Bruxelles, non avrebbe potuto contare sul sostegno di Germania e Spagna. E forse solo al terzo turno la Francia è stata "recuperata" alla causa italiana, secondo quanto ricostruisce oggi il Corriere con Paolo Valentino. Uscita di scena Copenaghen, l'Italia potrebbe essere riuscita anche ad ottenere il voto di uno dei cinque Paesi del nord Europa che avevano sostenuto la capitale danese. Forse la Svezia. Ma non è bastato. E nella frenetica mezz'ora tra il secondo ed il terzo turno si sono scritte le alleanze che hanno portato al pareggio che ha condotto allo sfortunato sorteggio.
Si riteneva che in particolare Berlino avrebbe votato per la candidatura italiana a partire dal secondo turno. Ed invece così non è stato. Una beffa nella beffa considerando gli stretti rapporti che dovrebbero esistere all'interno di quello che sarebbe considerato il quartetto di Paesi "di spinta" dell'Unione europea. E del resto è stata una sorpresa anche l'esito della seconda votazione avvenuta ieri, che ha assegnato l'Agenzia bancaria a Parigi quando alla vigilia tutti davano per vincente Francoforte.
"La mia valutazione e' che la prima votazione ha fatto vedere il valore del dossier. Dalla seconda in poi ci sono state vorticose telefonate tra premier e diplomazie e si e' giunti a questa conclusione, con questa grande sfortuna nel sorteggio". Questa l'analisi a caldo di quanto accaduto da parte del sindaco di Milano Beppe Sala. "Alla seconda votazione si poteva capire qualcosa di piu' ma e' molto difficile dire, oggi, chi ha votato per chi, ad esempio chi ha votato per Barcellona. Probabilmente non si capira' mai". Potrebbe essere accaduto che "fra il primo e il secondo turno qualcuno si sia mosso per andare al pareggio. Questo non va bene: un'istituzione che funziona non si comporta cosi'", è stato invece il pensiero del governatore lombardo Roberto Maroni.
Ema, Maroni: "Ci fosse stato Gentiloni, forse..."
"Io e Giuseppe Sala abbiamo fatto tutto per costruire un dossier fortemente competitivo. Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere li', e bastavano 2 voti, se fosse stato li' tutto il governo, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbe andata diversamente.". Cosi' Roberto Maroni critica il governo all'indomani della mancata assegnazione della sede di Ema a Milano, assegnata ad Amsterdam con sorteggio. "Tutto si e' giocato in quella mezz'ora. C'era il sottosegretario Gozi, forse una presenza piu' autorevole avrebbe fatto la differenza, dico forse", ha aggiunto il governatore lombardo parlando prima dell'insediamento del tavolo lombardo sull'autonomia. Ieri "ho sentito Gentiloni che era molto arrabbiato perche' dice che la Spagna ha votato per Amsterdam, le rivalita', le ripicche prevalgono sulla strategia. Peccato. Vorra' dire che sosterremo piu' fortemente la Catalogna nella sua richiesta di autonomia e indipendenza ", ha sostenuto.
"Qui c'e' stata una scorrettezza anzi, un'incapacita' dell'Europa di assumersi le sue responsabilita'", ha lamentato Maroni. "Sarebbe stato opportuno fare i calci di rigore, convocare Milano e Amsterdam al tavolo di Bruxelles, fare illustrare i due dossier e dopo l'Europa avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilita'. Sono sicuro che, in un confronto fra i due dossier, avremmo vinto", ha aggiunto. "Detto questo, non faccio il tifo perche' Amsterdam fallisca", anche se "sara' difficilissimo che costruisca un palazzo in 18 mesi. "Il ruolo di capitale europea" di Milano, "anche senza Ema, resta, il rammarico e' per l'Italia ma anche per l'Europa, perche' qui Ema avrebbe costruito un ecosistema utile a tutta Europa".
Ema: Maroni, a quali richieste di Madrid Italia ha detto no?
"Visto che il voto della Spagna ci avrebbe fatto vincere l'Ema, mi piacerebbe sapere quali sono state le richieste avanzate da Madrid all'Italia e perche' il Governo italiano ha detto 'no'. Senza recriminare, ma solo per curiosita'". Lo scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, riferendosi alle dichiarazioni del ministro degli Esteri spagnolo Alfredo Dastis, che sostiene di aver "parlato con l'Italia della possibilita' di arrivare ad un accordo" ma di non aver "concluso alcun accordo".