Elezioni 2018, liste Pd: Sala e Gori critici con Renzi. E scoppia il caso Alli
Elezioni Politiche 2018 candidati Pd: il sindaco di Milano Sala: "Mi sarei aspettato più rispetto degli equilibri"
Elezioni 2018, liste Pd: Sala critica Renzi: "Mi aspettavo più equilibrio"
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, critica Renzi per la composizione delle liste del Pd. "Mi sarei aspettato piu' rispetto degli equilibri- dice nel corso di una intervista a Radio Popolare- si e' messo una truppa che gli e' molto fedele, se va male ha comunque aperto un nuovo mondo anche un po' per se', dove lo portera', chissa'". Questa "e' una nuova scommessa di Renzi- afferma Sala commentando le liste Pd per Camera e Senato- c'e' da sperare per lui e per il Pd che non la perda perche' non ce ne sarebbe una terza". Certo, "era nel suo diritto farlo- continua il sindaco di Milano- rimane il fatto che io faccio una piccola osservazione: e' vero che Renzi e' il segretario del Pd e ha vinto largamente le primarie, e' vero anche che le primarie danno una rappresentazione delle forze all'interno del Pd. Nella composizione delle liste io mi sarei aspettato che si rispettassero un po' piu' gli equilibri e i pesi che sono nati dalle primarie".
Elezioni Politiche 2018 Pd, Beppe Sala: "Il primo punto è la difesa del Partito Democratico"
Invece Renzi "s'e' preso molto. A questo punto dipende da come usciremo la mattina del 5 marzo per capire se questa scommessa la vincera' o meno. Certamente si e' messo una truppa che gli e' molto fedele", dice Sala, e ora "e' difficile capire gli scenari. E' chiaro che se va bene poi mette contenti tutti. Se va male ha comunque aperto un nuovo mondo anche un po' per se', dove lo portera', chissa'". Cioe' ha una squadra parlamentare anche per seguire altre strade? "Oggettivamente penso di si', io mi auguro di no perche' credo che il primo punto sia la difesa del Partito Democratico, prima dei suoi protagonisti, prima di tutti noi", conclude il Sindaco di Milano.
Elezioni 2018, anche Gori critica il Pd
Anche il candidato alla presidenza di Regione Lombardia Giorgio Gori è critico: "Credo si sia pasticciato molto e che nell'attribuzione delle posizioni eleggibili in Lombardia il Pd lombardo non ne sia uscito bene, si è ascoltato poco il territorio, si sono attribuiti posti in lista agli alleati. Data la legge era giusto che così fosse, ma forse la Lombardia non era il territorio più adatto per offrire collocazione agli alleati visto che c'è già una fortissima riduzione della nostra rappresentanza parlamentare. Il risultato è che ci sono delle persone in gamba che restano fuori e questo mi dispiace. A maggior ragione credo che la sfida delle regionali sia importante per il centrosinistra e per il Pd, perché possiamo giocare un po' in contropiede e guadagnare forza e poi dopo il 5 marzo discuteremo anche con il Pd nazionale" ha concluso il candidato governatore".
Majorino: "Candidiamo Alli, braccio destro di Formigoni... solo a me fa schifo?"
E scoppia anche il caso Paolo Alli. Polemizza l'assessore milanese Piefrancesco Majorino su facebook: "Abbiamo candidato (alle elezioni Politiche) in un collegio lombardo a nome della coalizione Alli (non nelle liste del PD, certo). Cioè: il braccio destro di Formigoni (capo della segreteria politica, se ben ricordo, o qualcosa di simile). Ma fa schifo solo a me sta cosa? Ma allora era meglio Formigoni direttamente. Sono basito. Però per Realacci e Manconi non c'era posto. PS: ho difeso spessissimo e lo farei mille volte la complessità di Compagnia delle Opere, che è un arcipelago enormemente ampio. E lo ho sempre fatto dicendo: il problema non è CL in sé ma quella parte che in questi anni ha fatto scelte precise etc etc. Ecco Alli era uno di quelli di quelle scelte precise e più che "legittimamente" non se ne è mai vergognato". Sulla candidatura di Alli ha criticato il Pd anche Pippo Civati, leader di Possibile e candidato per Liberi e Uguali