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5 bollicine italiane top per brindare alla fine del 2020- Foto -
BELLAVISTA – FRANCIACORTA BRUT 2013 ED. TEATRO ALLA SCALA
“Questo luogo offre il meglio di ogni cosa ed questo il motivo per cui anch’io qui ho dato il meglio di me stessa.” Così Maria Callas descriveva il tempio milanese dove ogni artista dà il meglio di sé. Il millesimo brut è diventato il vino d’onore del teatro. per ogni vendemmia una stagione teatrale, per ogni prima del 7 dicembre un nuovo vintage. La stagione 2018-2019, fortemente incentrata sulla tradizione italiana, trova nel millesimo brut 2013 il suo vino d’onore attraverso uno speciale tributo alle origini del teatro e ai simboli che ne rappresentano l’essenza. Dall’etichetta alla custodia, tutto è stato immaginato nel rispetto della tradizione con una fedeltà estrema all’identità del Teatro e al contempo con il desiderio, tutto scaligero, di portare innovazione e di suggerire nuovi percorsi visivi. L’etichetta riprende i motivi dei decori tessili e viene rifinita nel suo bordo con lo stesso fregio che troviamo nello stemma del Teatro e in molte delle sue decorazioni. L’astuccio giustappone l’austerità della facciata dell’edificio, costruito nel 1788 dall’architetto Giuseppe Piermarini nel solco del più puro neo-classicismo, alla vivacità del motivo decorativo del tessuto che ricopre le pareti e i soffitti dei palchi.
“Questo luogo offre il meglio di ogni cosa ed questo il motivo per cui anch’io qui ho dato il meglio di me stessa.” Così Maria Callas descriveva il tempio milanese dove ogni artista dà il meglio di sé. Il millesimo brut è diventato il vino d’onore del teatro. per ogni vendemmia una stagione teatrale, per ogni prima del 7 dicembre un nuovo vintage. La stagione 2018-2019, fortemente incentrata sulla tradizione italiana, trova nel millesimo brut 2013 il suo vino d’onore attraverso uno speciale tributo alle origini del teatro e ai simboli che ne rappresentano l’essenza. Dall’etichetta alla custodia, tutto è stato immaginato nel rispetto della tradizione con una fedeltà estrema all’identità del Teatro e al contempo con il desiderio, tutto scaligero, di portare innovazione e di suggerire nuovi percorsi visivi. L’etichetta riprende i motivi dei decori tessili e viene rifinita nel suo bordo con lo stesso fregio che troviamo nello stemma del Teatro e in molte delle sue decorazioni. L’astuccio giustappone l’austerità della facciata dell’edificio, costruito nel 1788 dall’architetto Giuseppe Piermarini nel solco del più puro neo-classicismo, alla vivacità del motivo decorativo del tessuto che ricopre le pareti e i soffitti dei palchi.
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