Milano

Non è un Paese per vecchi/ Giacomo Marossi (Partito Democratico)

E’ un Paese per vecchi oppure no, questa Milano? Le risposta di Giacomo Marossi, Pd classe 1987

E’ un Paese per vecchi oppure no, questa Milano? A vederla, si direbbe una città in risveglio. Ma la politica? Ancora ancorata a vecchie logiche? E come vivono la candidatura e la città quei candidati nati tra il 1980 e il 1995? Affaritaliani.it lo ha chiesto a dieci di loro. Dopo Pierfrancesco Maran (QUI), e Pietro Tatarella (QUI), è la volta di Giacomo Marossi. Classe 1987, già segretario dei Giovani Democratici, due lauree, ecco come risponde alle domande di Affaritaliani.it

-1- Che cosa hanno in meno i giovani rispetto agli “esperti” nella politica di oggi?
Come dice Bernardo di Chartres siamo nani sulle spalle di giganti, e siccome siamo portati in spalla da loro possiamo vedere meglio e più lontano. Detto questo definiamo l’esperienza: se per esperienza intendiamo quella dei nonni o dei genitori che in qualche modo hanno edificato la repubblica e fatto politica secondo principi di onore e nobiltà d’animo sicuramente riconosco la superiorità. Loro sono i giganti che ci hanno educato ai valori repubblicani e socialisti. Ma se per esperti intendiamo i quarantenni cresciuti nel vuoto ideologico, bravissimi a fare giochetti di ogni tipo, beh questi sono esperti solo di politichese e il nostro partito sta morendo proprio di questo male. Sono bravi amministratori di condominio senza mai il coraggio di andare oltre il loro naso. Sempre ancorati alle logiche delle correnti interne e del “mi si vede di più se…”. In tutta sincerità credo debbano essere rottamati. Partendo dal loro capo, Matteo Renzi.

-2- Due cose che differenziano i candidati giovani da quelli più navigati.
Come dicevo prima dipende. Direi che non si può generalizzare. Abbiamo consiglieri comunali come Basilio Rizzo navigati onesti che han fatto di questo ruolo un impegno di vita, e altri come Matteo Salvini che lo hanno usato come trampolino di lancio per fare altro. Così come conosco consiglieri giovani bravissimi e invece persone navigatissime che han passato decenni tra un consiglio e l’altro a ingrassare a spese dei contribuenti dando un contributo men che dubbio alla collettività. Detto questo i giovani del centrodestra stan facendo una campagna imbarazzante: più traffico, meno cosmopolitismo, meno diritti, più chiusura: in una parola più medioevo. Proprio non li capisco, hanno il mito della Milano di Albertini e Moratti: ma se la ricordano? L’altra sera parlando con un mio amico del liceo dicevamo proprio che vorremmo poter essere a scuola in questo momento; per vivere questa città internazionale e piena di cose da fare piuttosto che la Milano di quando avevamo 15 anni: un paesone di provincia senza infamia e senza lode, col suo sceriffo De Corato sempre pronto a chiudere e sgomberare qualsiasi cosa nascesse. Terribile.

-3- Dove vai a festeggiare se vinci?
Aperitivo al Colibrì, poi tappa al Vynil all’isola,  Rita, Gino21, Elita, Ral8022, e per finire all’ ARCI Casciavit (di cui sono presidente e barista dilettante da un annetto) per il brindisi finale.

-4- Agli amici come fai a spiegare che… “faccio il politico?”
Io non sono un politico. Il politico fa politica di mestiere, io la faccio a gratis e faccio un altro lavoro per mantenermi.

-5- Come fai a spiegare alla fidanzata che non puoi uscire a cena perché hai il bilancio?
A parte che la mia fidanzata si chiama Carlo, direi che se sopravviviamo alla mia clausura da campagna elettorale riusciremo a sopravvivere anche a una cena saltata per il bilancio.

-6- Ti piace il Parco della Vetra recintato?
No

-7- Sei mai andato in un parco di Milano a farti una canna?
Ovvio.

-8- Ti piacciono i graffiti? Che cosa ne pensi dei writer?
Molto. Penso che possano da soli cambiare completamente l’aspetto di interi quartieri. Ovviamente finchè rimangono arte di strada e non si trasformano in business. In questo la lezione di Blu a Bologna è stata fenomenale. Ha distrutto le sue opere per impedire diventassero parte di una mostra super trendy.

-9- Vivi da solo o coi tuoi?
Da solo ovviamente.

-10- Fare il consigliere comunale è una pratica praticamente gratuita, se vieni eletto come guadagnerai abbastanza per vivere? Chiederai a mamma e papà?
Beh quasi gratuito non proprio, comunque continuerò a lavorare.

-11- Rispetto ai colleghi più anziani della tua parte politica, su cosa non sei d’accordo con loro? E se sei d’accordo su tutto: allora non conviene votare il più vecchio - che rispetto a te è più esperto?
Penso proprio il contrario. Milano è una città che ha bisogno dei giovani per essere competitiva nel mondo. E i giovani sono sottorappresentati nella politica milanese perchè di base la evitano. Io mi candido per costruire nei prossimi cinque anni un assessorato ai giovani che metta insieme tutte le politiche del comune in materia: scuola, università, casa, sostegno al reddito, formazione professionale, dispersione scolastica, disoccupazione, movida. Tutti temi che compongono il mosaico della città giovane che è la città del futuro. Si tratta da un lato di creare un punto di riferimento chiaro per i ragazzi milanesi sempre consultabile e interpellabile e quindi tramite assemblee, colloqui e questionari coinvolgerli direttamente anche nell’elaborazione delle proposte e nel voto su ogni singola questione. Voglio rendere i giovani cittadini protagonisti della città e non fruitori marginali di alcuni servizi. Inoltre su ogni tema che esuli dalle mie competenze specifiche mi impegno a consultarmi con i miei coetanei professionalmente specializzati in quella materia. Credo che l’obiettivo sia creare una rete intorno agli amministratori per cui da un lato ciascun giovane mette in comune le sue competenze professionali come in una banca del tempo e dall’altro ha accesso diretto al funzionamento del comune, così da rendersi conto delle difficoltà che ci sono spessissimo tra una bella idea e la sua realizzazione pratica. Dobbiamo portare una generazione a fare politica: che significa migliorare la realtà che ci circonda, non essere nerd appassionati delle dinamiche cortigiane della politica romana.

-12- A Milano i bar chiudono alle 2. Una cosa che non succede a Parigi, Berlino, New York e nemmeno più a Londra. Che senso ha questo divieto - che limita nei fatti un’attività commerciale?
Io propongo di toglierlo. Anche perchè più i posti stanno aperti più si evita l’effetto far west tipico della tarda notte in Colonne, Darsena, corso Como e Arco della Pace. Detto questo la movida è un comparto economico fondamentale e va gestita in modo pragmatico e razionale. Oggi la gestiamo ancora in chiave emergenziale. Dobbiamo garantire la vivibilità e la sicurezza dei quartieri che la ospitano ed impedire il degrado sempre più diffuso nelle aree di movida. E in questo vanno coinvolti i gestori: vuoto a rendere e steward di via che limitino rumore e comportamenti vandalici come a Torino sono due esempi di cosa si può fare. Ma d’altro canto l’amministrazione deve mettere in piedi una struttura capace di sostenere i gestori stessi che chiedono più sicurezza e appoggio contro la penetrazione mafiosa. Sono gli stessi gestori che chiedono una presenza mirata della polizia nelle aree più a rischio per risse e spaccio. Presenza che, se coordinata con gli steward di via, verrebbe facilitata non di poco.

-13- Test di milanesità: sei mai stato all’ossario di San Bernardino? E alla chiesa di San Satiro? E nella cripta di piazza San Sepolcro? E nella chiesa di Sant’Anastasio?
Nelle prime due si. In particolare san Satiro è una delle mie preferite, un gioiello del rinascimento milanese. Peccato sia valorizzata meno di zero. La cripta borromaica del Santo Sepolcro è da quando l’hanno riaperta che attende una mia visita che prima o poi sarò obbligato a fare. La chiesa di Sant’Anastasio è un caso a parte, la frequento spesso per pregare e ammirare i bellissimi affreschi della cappelletta dedicata a San Rodolfo da Pobiga, frate minorita beatificato da Benedetto XVI per la battaglia contro l’abuso di alcool perpetrata tramite la demolizione sistematica di bicchieri da Martini. Nella foto che allego uno degli affreschi della cappelletta intitolata a San Rodolfo da Pobiga

(NDR: ovviamente la chiesa di Sant’Anastasio non esiste… e il candidato pare proprio averlo capito. Prendendo tra l’altro in giro noi di Affaritaliani.it e un collega molto stimato ora in pensione già in forza a Repubblica…)







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